domenica 30 marzo 2014

Chiude l'ARIS - ovvero: la scomparsa del nulla

(e il ruolo di Lorita Tinelli)


Nel settembre 2013 si è diffusa la notizia che il movimento anti-sette francese GEMPPI aveva pubblicato il programma del convegno "Santé, Sectes et Médias" ("Salute, Sette e Media"), da tenersi a Marsiglia in ottobre 2013.

Tra i relatori figurava l'italiana Emanuela Fontana, in rappresentanza dell'ARIS Toscana e dell'ARIS Veneto, e l'argomento del suo intervento suscita sorpresa:
9h15- 10h15. La campagne de diffamation sectaire, les menaces et l’incompréhension des autorités italiennes ayant conduit 2 associations de défense contre les dérives sectaires membres de la FECRIS à cesser leurs activités. Emmanuela Fontana, représentant des associations ARIS Toscana et ARIS Veneto, associations membres de la FECRIS, nous parlera du rôle des médias dans cette affaire.

(La campagna di diffamazione settaria, le minacce e l'incomprensione delle autorità italiane hanno condotto 2 associazioni di difesa contro le derive settarie membre della FECRIS a cessare le attività. Emanuela Fontana, rappresentante delle associazioni ARIS Toscana e ARIS Veneto, associazioni membre della FECRIS, ci parlerà del ruolo dei media in questa vicenda.)

Una generica esponente dell'ARIS sancisce la chiusura del decano dei gruppi anti-sette italiani. Il triste epilogo sarebbe causato - si legge nel programma - dalla campagna di diffamazione delle sette, dalle incomprensioni delle autorità e da imprecisate minacce. Inoltre, nella dipartita dell'ARIS avrebbero svolto un ruolo attivo anche i media.

L'imbarazzante mancanza di plausibilità di queste argomentazioni e le ipocrisie che ad esse sottende, così come la sfrontatezza necessaria per sostenerle in pubblico, sono state esaurientemente illustrate da Alessia in un post su free.it.religioni.scientology. Un'analisi che deve aver suscitato - per difficile che sia da credersi - imbarazzo tra i responsabili delle moriture associazioni e di quelle a loro collegate, perché appena due giorni dopo il commento di Alessia, il programma del convegno pubblicato sul sito della GEMPPI viene così modificato:
9h15 10h15. Santé, sectes, média: exposé de la situation em Italie. Maurizio Alessandrini (FAVIS), représentera les associations ARIS Toscana et ARIS Veneto, associations membres de la FECRIS, et nous parlera du rôle des médias dans ce contexte.
(Correction de cette information suite à une mauvaise compréhension de la langue italienne)

Tutto ritrattato. Sono scomparse le minacce, così come sono scomparse le diffamazioni delle sette e le incomprensioni delle autorità italiane. E con loro sono scomparse anche le esequie dell'ARIS. Persino la relatrice è scomparsa: la segretaria dell'ARIS (Toscana) Emanuela Fontana viene sostituita da Maurizio Alessandrini, che con l'ARIS non c'entra niente. Questi affronterà un tema decisamente più neutro, almeno nel titolo: "Salute, Sette e Media: la situazione in Italia".

La spiegazione fornita per giustificare una ritirata così indecorosa, ricorda la spiegazione fornita dal CeSAP per l'imbarazzante "vicenda Scilipoti", ed è altrettanto patetica: la precedente descrizione della relazione era frutto di una incomprensione linguistica. Come se fosse credibile che se un italiano comunica all'organizzazione che la sua relazione sarà:
Salute, sette, media: illustrazione della situazione in Italia. Maurizio Alessandrini
un francese possa aver capito:
La campagna di diffamazione delle sette, le minacce e le incomprensioni delle autorità italiane hanno condotto 2 associazioni di difesa contro le derive settarie membre della FECRIS a cessare le loro attività. Emanuela Fontana
Oltre che con la lingua, si direbbe che vi siano problemi anche con la nozione di senso del ridicolo. Ma se vi sembra una sciatteria sappiate che non finisce qui. Quando il 5 ottobre Alessandrini terrà la sua relazione, subito all'inizio del suo discorso darà una motivazione ancora diversa per il cambio di relatore e relazione:
[Alessandrini:] Alcuni dei presenti sono già al corrente del fatto che il sottoscritto, per motivi di tempo a disposizione dei relatori, non ebbe l'opportunità di poter intervenire pubblicamente nell’ambito dell’ultima conferenza FECRIS a Copenhagen. Tuttavia, [...] oggi mi è stato cortesemente concesso questo spazio per parlarne.
Scordatevi l'incomprensione della lingua italiana, si è trattato della accettazione di una sua richiesta: "mi è stato cortesemente concesso questo spazio". Il che conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'autorevolezza di un ente dipende dalla serietà del suo operato.

Comunque, come che siano andate affettivamente le cose, rimane il fatto che decisa o solo paventata, ufficializzata (in Francia) o taciuta, dentro l'ARIS la chiusura era stata per lo meno presa in considerazione. Nel suo post, Alessia ipotizza anche quali potrebbero essere i motivi all'origine di un decesso che farebbe versare così poche lacrime. Si tratta di una ipotesi ben argomentata, che poggia su basi solide, frutto della sua brillante capacità di analisi, ma nell'opinione di chi scrive è un ragionamento troppo complicato se calato nel contesto in questione.

Personalmente, ritengo più plausibile che a far decidere (o forse solo proporre) di chiudere baracca, sia stato una considerazione molto più elementare (e quindi alla portata dell'ARIS): da anni l'ARIS Veneto non è che un involucro senza alcun contenuto, e da anni l'attività di "ricerca e informazione" della compagine toscana si riassumeva in un'unica espressione: la presenza di uno striscione con su scritto "A.R.I.S.", dietro al banchetto con cui ogni anno, in una sagra paesana di FESTAMBIENTE, Maria Pia Gardini pubblicizzava i due libri col suo nome.

2011 - L'ultima apparizione nota dello striscione dell'ARIS
Una rapida occhiata alla pagina che elenca le attività svolte dall'ARIS, ci rivela che le rarissime iniziative promosse in passato dall'associazione, erano svolte unicamente dalla Gardini (per un'analisi più dettagliata vedi qui). Scomparsa lei, da tre anni il sito dell'ARIS non menziona più neppure quell'unica attività. Addirittura indica ancora come "Nuovo" lo svolgimento della conferenza FECRIS a Londra del 2010, benché siano seguite le edizioni del 2011, 2012, 2013 e 2014; a testimonianza che da anni nessuno si interessa più neppure del sito (dell'ARIS Toscana, l'ARIS Veneto non ha/aveva neppure un sito web).

In pratica, così come "ARIS Veneto", anche "ARIS Toscana" non è che una sigla dietro a cui non c'è più niente. Il che riduce l'utilità dell'intera compagine alla triste condizione di un centrino all'uncinetto regalatoci dalla zia zitella.

Qualcuno deve aver preso atto della situazione di totale quiescenza, ed è probabile che in questo sia stato sollecitato anche dallo sconforto di chi si sente attaccato dall'interno.

Ed è proprio di questo attacco interno che intendo trattare in questo post. Per farlo dobbiamo ritornare al post "L'autorevolezza di Lorita Tinelli - cap. 4", del 14 dicembre 2012, dove scrivevo: "Ho lasciato passare un po' di tempo dall'ultimo post, per dare modo alla dr.ssa Tinelli di presentare una nuova querela.", e come volevasi dimostrare: et voilà! il 19 dicembre 2012 la Presidente ("Nazionale") di un’associazione "seria" che riceve "una media di un centinaio di richieste di aiuto al giorno" dr.ssa Lorita Tinelli, ha depositato una nuova querela.

Intendiamoci: è stata una facile profezia, dato che solo in quell'anno ne aveva già presentate una in febbraio, una in giugno e una in settembre (eguagliando così la prestazione dell'anno precedente, il 2011: febbraio, aprile, maggio e settembre).

Le denunce della Tinelli sono una antologia di umorismo surreale, un campionario di comicità involontaria basata su deduzioni assurde, la logica del bizzarro e un insistente uso del non sequitur, in cui una affermazione è seguita da un'altra senza un nesso logico. Ma con la saga giurisprudenziale della Tinelli rideremo più avanti in appositi post. Qui prenderemo in esame solo la seguente frase:
In data 21 aprile 2011, alle ore 8,52 la signora M** B**, membro dell'ARIS Veneto mi chiama dal mobile +39340003*** per comunicarmi che la signora C** C** ha inviato all'ARIS Veneto una email riservata in cui ripete la stessa convinzione della signora D***, ovvero che il CeSAP non dovrebbe far parte della FECRIS, federazione di cui anche la stessa ARIS Veneto appartiene. La signora M** B** teme che la medesima comunicazione diffamatoria possa essere stata inviata dalla stessa C** anche alla stessa FECRIS, al fine da indurre un pregiudizio nei confronti del CeSAP.

Mettendo in piazza che la responsabile dell'ARIS Veneto M. B. va a spifferare il contenuto di una "email riservata", la Tinelli non le fa fare una bella figura.

Se la dr.ssa C. C. (pure lei a capo di un'associazione di cacciatori di streghe) ha fatto quella confidenza "riservata", significa che contava sulla discrezione di M. B. ritenendola una persona degna di fiducia. Per di più, va ricordato che M. B. non è lo stereotipato personaggio della portinaia linguacciuta di una commedia, ma l'esponente di un'associazione (composta in tutto da due persone) che opera in un ambito particolarmente critico, dove per la delicatezza delle situazioni famigliari affrontate la riservatezza dovrebbe essere un valore inderogabile. Eppure, nonostante questo impegnativo ruolo, M. B. ha mostrato di essere una linguacciuta lesta a riferire ciò che le viene confidato. Tra l'altro - e qui scadiamo nella farsa - proprio alla persona oggetto dell'e-mail.

Una figura da pettegola che deve aver creato non poco imbarazzo e amarezza in M. B. (e negli altri membri dell'ARIS), e di conseguenza un comprensibile risentimento verso la Tinelli, perché C. C. è una delle sei persone pluri-querelate dalla presidente del CeSAP e quindi ha potuto leggere il testo degli esposti (che a questo punto sono pubblici). Ha così potuto apprendere come M. B. finga di avere discrezione per le confidenze di una collega, e poi corre a riferire tutto alla Tinelli.

Ne fosse almeno valsa la pena. Se la Tinelli avesse conseguito un risultato importante che non poteva ottenere in altro modo, allora quella sua scelta di sacrificare l'utile tirapiedi sputtanandolo, sarebbe – in una certa ottica - comprensibile. Invece si è trattato di un sacrificio inutile, anzi di un inutile sgarbo, perché la Tinelli può definirla "diffamazione" fin che vuole, ma scrivere in una e-mail privata (o dichiararlo pubblicamente) che "il CeSAP non dovrebbe far parte della FECRIS", non ha niente di diffamatorio. Sostenere che è diffamatorio serve solo a mostrare una preoccupante mancanza di ragionevolezza. Una peculiarità questa, che in questo blog abbiamo già incontrato fino alla noia, e che attesta una lampante inadeguatezza a svolgere mansioni di responsabilità. L'unico risultato ottenuto dalla finta-giornalista Lorita Tinelli è stato quello di rendere pubblico il comportamento "da portinaia" di uno degli esponenti dell'ARIS, i quali con amarezza e delusione devono essersi chiesto chi glielo fa fare di tenere ancora in piedi una baracca che non produce niente e in aggiunta è causa di amarezze.

"Mentre ci rallegriamo per l'ingenuità, non vi invidiamo la follia", commentò argutamente un tale un po' di tempo fa.

La sgangherata irragionevolezza necessaria per definire un diffamatore chi, privatamente, commenta con una collega che "il CeSAP non dovrebbe far parte della FECRIS" (e "teme" che questa opinione "possa essere stata" trasmessa anche ad altri), ci fa comprendere come per la dr.ssa Lorita Tinelli sia stato naturale rivolgere ad Arkeon la delirante accusa di essere responsabile di numerosi suicidi ("Al momento ci sono due suicidi accertati, attribuibili alla setta" - vedi qui). Oppure dichiarare all'Autorità Giudiziaria che i seminari di Arkeon si trasformavano in orge con "veri e propri rapporti sessuali" (e per di più con "la partecipazione attiva di soggetti minori" - vedi qui), come se fossero delle cene eleganti a palazzo Grazioli. E poi la dr.ssa Lorita Tinelli si permette di denigrare lo "stato mentale" altrui (qui), e ha la sfrontatezza di descrivere gli arkeoniani come "tipologie non sempre in grande equilibrio" (qui).

Preso atto dell'incomprensibilità delle sue intemperanze logiche, sorge una curiosità: cos'è che spinge la Tinelli all'ossessiva puntigliosità di riferire che la telefonata è stata effettuata alle 8:52, quando già la data era superflua, o che era stata fatta da un "mobile", o che il numero iniziava con +39, il prefisso internazionale dell'Italia? Questo scrupolo per dei dettagli ridondanti e così inutili, non può che suscitare preoccupazione. Una preoccupazione probabilmente causata dai miei disturbi mentali, dato che la dr.ssa Tinelli sostiene che l'autore di questo blog è un malato di mente (dimostrando così di non avere altri argomenti con cui replicare alle mie critiche, se non l'insulto da camionista).

Resta un'ultima considerazione. L'inadeguatezza dell'ARIS a realizzare gli scopi prefissati (Ricerca e Informazione sulle sette) era già stata evidenziata nei post "Una Associazione Realmente Inutile e Settaria". Davanti all'interminabile serie di biasimi che mi sono visto costretto a scrivere, per rendere meno severa quell'analisi (riassumibile nell'accusa di "professionalizzazione dell'incompetenza"), la conclusi scrivendo che consideravo i componenti dell'associazione "persone in buona fede che generosamente" si dedicano al volontariato. È passato oltre un anno da quelle riflessioni, un tempo che mi ha permesso di approfondire l'argomento, e di conoscere dei fatti di cui all’epoca ero all'oscuro. Ora ritengo che quella conclusione fosse immeritatamente indulgente, perché insieme all'omissione di atti utili (di cui trattava il post), va considerato anche il compimento di gesti riprovevoli, come p.es. il pubblico attestato di stima inviato a uno strambo e rissoso personaggio, il cui unico merito fu di aver molestato "Martini", il curatore del sito "Allarme Scientology".

La tracotanza di questo sgradevole personaggio fu tale che - dopo una serie di atti meschini - arrivò a registrare i domini allarmescientology.com, .net, .org ecc. per sfruttare la notorietà del sito di "Martini" e creare confusione. Applaudire un simile comportamento, arrivando alla bassezza di conferirgli un attestato di stima, dimostra:
  1. su quali valori morali certe persone impegnate nel volontariato fondano il proprio operato;
  2. che ai componenti di questa "associazione di difesa contro le derive settarie", delle derive settarie (contro cui "Martini" è impegnata da 17 anni) non gliene frega niente: come nelle più grette liti da comari, l'importante è infastidire chi – per ottusità – viene percepito come avversario.
Non va infine trascurato che l'Aris è/era una Onlus, e come tale destinatario di una quota di finanziamento pubblico tramite il 5x1000. Ma ora che la Gardini non dà più il suo apporto derivante dalla notorietà del suo cognome, e ora che lo stalker si è dileguato, viene da ipotizzare che l'ARIS abbia deciso/proposto di chiudere baracca perché il tornaconto economico probabilmente è insoddisfacente, e venuto meno anche il piacere di vedere "Martini" infastidita dal tronfio facocero amico dell'ARIS, forse qualcuno si sarà chiesto: ma cosa stiamo qui a fare?

Un vero dilemma, dato che l'alternativa è continuare a operare per la Tinelli non come centrino di cotonella, ma nel ruolo di zerbino, un'invenzione che ha dato un grande impulso alla storia dell'umanità e alla lunga, lunghissima carriera di Emilio Fede.