sabato 7 febbraio 2015

La danza macabra di Scientology - cap. 4

Poiché c'è chi preferisce ragionare su precise quantità numeriche, l'accontento subito: ecco i risultati di quel maxiprocesso da cui Scientology sarebbe uscita "a passo di danza".

I capi di imputazione:
  • contestati dalla Pubblica Accusa: 43
  • con reato/i accertati: 34 (1)
Gli imputati:
  • rinviati a giudizio: 75
  • assolti: 2
  • dichiarati colpevoli con sentenza definitiva: 73
Con questo la questione "pochi reati individuali" è risolta (2).

Quanto al fatto che si trattasse di reati "del tutto estranei all’attività della Chiesa", come se gli scientologi avessero rubato delle birre in una discoteca a Ibiza, il processo ha accertato che furono commessi i seguenti tipi di reati:
  • capo 43 - abuso della professione medica (inerente la pratica dell'auditing e il programma Narconon [appello, pag. 173]);
  • (capo 40 - evasione fiscale);
  • capo 29 - maltrattamenti (inflitti a 9 staff costretti "a vivere in condizioni quasi disumane" [ibid., pag. 262]);
  • capo 28 - abbandono d'incapace e maltrattamento aggravato (di un minorato psichico [tribunale, pag. 361]) (3);
  • capo 24 - violenza privata (responsabili i capi della Chiesa di Scientology di Brescia);
  • capi 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16, 19, 20, 22, 25, 26, 27, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39 - truffa, circonvenzione d'incapace ed estorsione (conseguenti la vendita di corsi o di auditing in tutte le sedi di Scientology e in alcuni Narconon) (4).
Questa sfilza di reati penali accertati, per loro stessa natura chiaramente legati "all’attività della Chiesa", erano conseguenti a:
precise direttive provenienti dai vertici [...] è stata raggiunta la prova che la garanzia circa un sicuro, o quanto meno altamente probabile, buon risultato del trattamento era offerta dai vari membri dello ‘staff’ non come loro iniziativa isolata, bensì in ottemperanza a comportamenti loro imposti dai vertici dell’organizzazione nonché dai loro diretti superiori (appello, pag. 282)
Ci vuole del coraggio per definire questi reati "del tutto estranei all’attività della Chiesa". E impertinenza per parlare nello stesso articolo di "dignità" dopo aver sostenuto una tale falsità.

A questa sfilza di reati accertati va aggiunto quel giudizio di "moralmente illecito" riferito ai sistemi "praticati in seno all'organizzazione" che abbiamo visto nel primo capitolo. Questa severa condanna morale è contenuta nella prima sentenza, quella del 1991 del Tribunale, ma può considerarsi un verdetto del maxiprocesso perché è condivisa e confermata fino all'ultima sentenza, quella del 2000 che chiude definitivamente la vicenda, la quale afferma: "Con ciò non si vuol dire che le condotte [non penalmente rilevanti] poste in essere da taluni degli odierni imputati non siano state odiose." Condotte che Maffia magnifica esaltando la "dignità di posti in cui, evidentemente, si cerca di prendersi cura di soggetti fragili" (enfasi nell'originale).

Come "evidentemente" ci si prendeva cura di soggetti fragili, lo vedremo nel prossimo post, perché ora esaminiamo l'ultima affermazione di Maffia pertinente a questo post, "tutti i principali imputati assolti da ogni capo d’accusa", verificando cos'ha sentenziato per l'appunto in merito ai "principali imputati", quel maxiprocesso che Maffia sguaina contro gli infedeli che non lodano Scientology.

Iniziamo dalla carica più alta in assoluto: il CO-ITL (Commanding Officer Italia) che ha autorità su tutte le chiese nazionali. All'epoca su quella cattedra era assiso "F. Ca.", in precedenza Commanding Officer della Chiesa di Milano. Questo Commanding Officer è stato riconosciuto colpevole di truffa (capo 31) ai danni di un ragazzo mentalmente disturbato. È importante osservare che la responsabilità penale di "F. Ca." non deriva dal suo mero ruolo istituzionale, o per il principio "non poteva non sapere" che in giurisprudenza non è accettato anche quando è evidente. Si legge infatti nella sentenza: "Sicuramente si deve affermare la partecipazione all’azione criminosa in questione degli imputati F. Ca., [et al.] che hanno materialmente posto in essere la condotta truffaldina nei confronti di questa persona offesa" (appello, pag. 268).

Subito sotto al pontefice massimo troviamo i vertici della Chiesa di Scientology di Milano, che è la più importante sia per numero di operatori e clienti, sia perché è la capofila di tutte le altre org italiane. Per una più agevole comprensione degli incarichi dirigenziali, ripropongo l'organigramma già visto nel primo capitolo, ricordando che quando ad assumere l'incarico di ED (Executive Director) è un appartenente alla Sea Org (il corpo d'élite situato al vertice della dirigenza internazionale di Scientology) il suo incarico è denominato CO (Commanding Officer).


Possiamo ora prendere in esame la seconda più alta carica in Italia, l'ED di Milano. All'epoca era la Commanding Officer "M. Ba.", la quale dimostrò un'intraprendenza ben maggiore di quella del suo predecessore.

Oltre ad aver "materialmente posto in essere" la truffa del capo 31 insieme a "F. Ca.", la Commanding Officer di Milano può annoverare nel suo curriculum la partecipazione alla truffa del capo d'imputazione 34, ai danni del padre (pensionato) di una ragazza in cura psichiatrica e sotto farmaci. A questo pensionato venne spiegato che la psichiatria è una consorteria di assassini che avrebbe trasformato la figlia in uno "zombi", mentre con le tecniche di Scientology "sarebbe stata bene in una quarantina di giorni" (appello, pag. 56). Seguono i consueti esborsi milionari (pagati fino a esaurimento fondi), il consueto peggioramento del quadro psichico, e la consueta inadempienza della clausola "soddisfatti o rimborsati" (presente solo sul modulo che restava all'operatore, ma non su quello consegnato al cliente).

La Commanding Officer partecipò poi al crimine del capo 35 ai danni dei genitori di un tossicodipendente, a cui "avevano assicurato che *** sarebbe guarito in tre mesi" (ibid., pag.56) e che "che avrebbero tenuto il ragazzo sotto stretto controllo" (garanzia di sorveglianza che per i genitori fu decisiva per l'accettazione della proposta).

Però la gente è strana: quando i famigliari scoprono che il ragazzo è ricoverato in ospedale per una overdose e che da giorni si era allontanato senza che gli operatori li avvisassero, questi si incazzano e pretendono la restituzione dei soldi secondo loro spesi inutilmente. Risultato: truffa più tentata truffa per la CO di Milano; certificato di morte per il ragazzo "sotto stretto controllo".

Per questa appartenente alla categoria dei "principali imputati" che secondo Maffia sarebbero stati tutti "assolti da ogni capo d’accusa", c'è pure la circonvenzione d'incapace del capo 37, che la vede in compagnia di altri 12 imputati, tra cui i notabili del Narconon (in primis "G. Za.") e della Chiesa di Scientology di Milano. Anche in questo caso il ragazzo di cui era stato "garantito il recupero" morirà per overdose. (Al Narconon e a Scientology la madre aveva però versato appena 32 milioni, ma non si può pretendere granché da una impagliatrice di sedie).

Immediatamente sotto alla comandante in capo "M. Ba.", troviamo i tre Segretari Esecutivi. All'epoca l'incarico di HES (Hubbard Exec. Sec.) era detenuto da "I. Pa.", che il maxiprocesso ha dichiarato responsabile di: circonvenzione insieme alla Commanding Officer di Milano (capo 37); truffa insieme al CO-ITL "F. Ca." (capo 31); oltre che della truffa del capo 26, della truffa aggravata del capo 32 e della truffa aggravata del capo 38.

Un altro di quelli che secondo Maffia fu tra gli "assolti da ogni capo d’accusa" è l'Org. Exec. Secretary "G. Tr.", il quale detiene il record di reati commessi:
  1. capo 11 - truffa; 
  2. capo 14 - circonvenzione;
  3. capo 16 - truffa;
  4. capo 31 - truffa;
  5. capo 33 - truffa aggravata;
  6. capo 34 - truffa;
  7. capo 35 - truffa + tentata truffa;
  8. capo 37 - circonvenzione;
  9. capo 38 - truffa aggravata.
Per completare il Consiglio Esecutivo dell'org di Milano manca il solo PES (Public Executive Secretary), ma è un'assenza che non rimpiangeremo perché è sopperita da sostituti altrettanto autorevoli:
  • il Deputy/CO (Commanding Officer a latere) "I. Lu.": truffa (capo 11 - 70 milioni "per guarire" un ragazzo schizofrenico che peggiorò con l'auditing [ibid., pag.225]);
  • il Presidente della Chiesa di Scientology di Milano "M. Da": tentata truffa (capo 4), truffa (capo 26), ancora truffa (capo 31), circonvenzione d'incapace + truffa aggravata (capo 38).
Questa del Presidente è una carica che non avevamo ancora incontrato, per cui vediamo di cosa si tratta: "benché non si sia accertato quale ruolo preciso abbia svolto all’interno dell’organizzazione, oltre ad esserne presidente, è però sicuramente accertato che questo imputato aveva comunque una posizione di spicco al suo interno: egli, infatti, non solo si occupava - come ha egli stesso ammesso - degli acquisti di immobili per conto dell’organizzazione (come ‘estate manager’, compito questo estremamente delicato, vista l’importanza per essa degli aspetti patrimoniali che la riguardavano), ma sicuramente era anche incaricato di dare le direttive" (appello, pag. 156).

Una curiosità: quei rapporti che denunciavano i "metodi aggressivi e violenti" di "M. Pa.", che abbiamo visto nel secondo capitolo, venivano inviati proprio a quei dirigenti che di "M. Pa." erano complici e che partecipavano "materialmente" alla sua attività criminosa: quegli ED-CO, HES e Presidente che abbiamo appena incontrato.

Subito sotto questa cupola dirigenziale troviamo:
  • FBO (Financial Banking Officer [5]) - "L. Ma.": truffa (capo 31);
  • Cappellano - "R. Sm.": tentata estorsione (capo 2) e truffa (capo 31);
  • Responsabile della Divisione 2 - "M. No.": circonvenzione d'incapace (capo 10), truffa (capo 11), circonvenzione (capo 14), truffa aggravata (capo 32), truffa (capo 34), truffa + tentata estorsione (capo 35), circonvenzione (capo 37).
Sempre per aver "materialmente posto in essere". Questi solo per quanto riguarda i "principali imputati" di Milano, ma vi sono quelli delle altre sedi. Quella di Pordenone l'abbiamo vista nel primo capitolo, dove ED, HES, OES e PES sono stati tutti ritenuti colpevoli sia di truffa sia di circonvenzione, per cui passiamo alla Chiesa di Scientology di Brescia:
  • ED - "F. Ba.": truffa (capo 1) e violenza privata (capo 24);
  • PES - "L. Br.": truffa (capo 1) e violenza privata (capo 24);
  • HES - "G. M. Ro.": circonvenzione (capo 9).
Poiché siamo tutti stanchi, il resto dei "principali imputati" ce li risparmiamo perché la solfa non cambia.

A questo punto il lettore ha gli elementi per valutare se l'articolo di Maffia sia corretto o se cita il maxiprocesso in modo fazioso, capovolgendone completamente il risultato. L'impressione di chi scrive è che sia un articolo d'informazione quanto "Il ballo del qua qua" è un trattato di zoologia (ma è un'opinione che non conta perché non proviene da un esperto del calibro di Maffia).

In merito alla correttezza o faziosità dell'articolo di Camillo Maffia - e a questo punto anche alla buona fede dell'autore - mi è stata segnalata un'altra questione inerente la frase: "un’associazione fondata da un pregiudicato e coinvolta in un sospetto caso di sequestro di persona" (enfasi nell'originale). Ciò che permetterà al lettore di fare la sua valutazione è che:
  •  in merito all'organizzazione per cui s'è tanto infervorato, ossia Scientology, Maffia ci racconta che "tutti i principali imputati assolti da ogni capo d’accusa", quando il processo li ha invece dichiarati tutti responsabili di uno o più reati (responsabilità confermata fino in Cassazione);
  • in merito all'organizzazione che gli è invisa, ossia quella fondata da colui che definisce un pregiudicato, Maffia ci racconta che fu "coinvolta in un sospetto" sequestro di persona, quando non ci fu neppure un processo perché il GIP decretò l"archiviazione" su richiesta dello stesso PM.
Per cui se venite condannati per svariati reati ma siete suoi amici, Maffia dirà che siete stati "assolti da ogni capo d’accusa". Se non venite nemmeno processati perché già il PM e con lui il GIP decidono per l'archiviazione, vi getterà addosso l'ombra del "sospetto" (6).

Torniamo al risultato del maxiprocesso. Il motivo di una così smaccata falsificazione operata da Maffia è evidente: usare la sentenza come prova (l'unica) a sostegno della sua apologia di Scientology, ma si tratta di un espediente puerile, perché è vero che:
1°) si potrebbe accettare - forzandone il significato - che il processo abbia "sancito" (7) "il carattere religioso del movimento",
e che
2°) limitatamente al reato di associazione per delinquere "tutti i principali imputati" sono stati assolti,
però Maffia presenta questi due aspetti favorevoli a Scientology come se costituissero l'intero risultato finale del maxiprocesso, il quale certificò invece una lunga lista di condotte criminali, peraltro "odiose", con 73 imputati (su 75) riconosciuti colpevoli di uno o più reati, 65 indagati non rinviati a giudizio per sopraggiunta amnistia o prescrizione, e una situazione complessiva definita "un imponente affresco di una realtà drammatica", altro che un'uscita "dal maxiprocesso a passo di danza".

Anche "tutti i principali imputati" di Prima Linea furono assolti dall'imputazione più grave loro ascritta: insurrezione armata contro i poteri dello Stato. Sarebbe però disonesto tralasciare le condanne per le 16 persone assassinate, e sostenere che furono tutti "assolti da ogni capo d’accusa" come fa Maffia con gli scientologi. E fa pure l'indignato.

A questi 73 colpevoli di reati penali, andrebbero inoltre aggiunti quegli operatori che non furono identificati. Si tratta di quegli ignoti presenti in 18 dei 33 capi di imputazione con reati accertati (8). Infine va considerato quel giudizio di immoralità espresso fino in Cassazione sui metodi "praticati in seno all'organizzazione", che è l'esatto contrario di quel "del tutto estranei all’attività della Chiesa" espresso da Maffia, e che assegna all'intera organizzazione dell'epoca la qualifica di infamità, altro che caritatevole "cura di soggetti fragili".

Tutti reati consumati per insaziabile avidità di denaro. Una rapacità che certifica con quanta crudeltà in Scientology si depredavano quei soggetti deboli che avevano la sventura di incrociarne il cammino. Questo è ciò che ha sancito quella "verità giudiziaria" a cui si appella Maffia nella sua apologia a passo di danza.

Conclusa l'analisi dei reati, nel prossimo capitolo vedremo la questione Narconon, ma a questo punto ci tengo a precisare che se dedico tanto tempo all'articolo di Maffia, non si deve pensare che sia così sprovveduto da ipotizzare che ciò che abbiamo visto (e che vedremo in seguito), possa smuovere le certezze di quei giornalisti e studiosi di Nuovi Movimenti Religiosi che considerano Scientology una vittima ingiustamente perseguitata: niente di quanto ho mostrato potrebbe indurre degli apologeti (così come il loro contrario, gli antisette) a controllare cosa c'è davvero scritto nelle carte processuali.

Anche se ne ho fornito il link, non faranno neppure quel semplice clic per scaricarli, perché loro sono gli esperti e sanno già come stanno le cose. Maffia ha perfino svolto un "lungo lavoro di indagine sulla libertà e i diritti".

Certo, i più non si capaciteranno del fatto che degli "esperti" pontifichino su un processo senza aver letto le relative carte, ma loro non ci vedono alcun problema: conoscono personalmente gli alti responsabili di Scientology, così delle brave persone! rispettabili ed affidabili. E le persone rispettabili e affidabili non commettono quei reati, e poi soffrono così tanto per la persecuzione della loro Chiesa (poverini).

Anche se non hanno letto le sentenze, esperti e studiosi sanno come si è concluso il processo perché glielo hanno detto "loro". Sì, loro, le persone che soffrono: tutti assolti, e le persone rispettabili ed affidabili non mentono. E poi che sono stati assolti lo ha pure confermato l'Autorevole Esperto, mentre ciò che dice quel miserabile di "Pensieri Banali" è solo aria fritta: calunnie di un borgataro incompetente (e cialtrone). Uno sprovveduto che nella sua pochezza non può vedere che gli attacchi a Scientology sono parte di un preciso disegno, mentre noi che siamo esperti lo sappiamo che dietro alla "guerra a Scientology" c'è ben altro. L'hanno confermato illustri giuristi e un politico importante, uno che sta in Parlamento. E le citazioni delle sentenze? Ma che ingenuità! quelle non valgono niente: sono riportate fuori contesto, ne viene travisato il senso, e poi ciò che conta è la sentenza finale, non quella di mezzo che "è stata annullata da quella successiva" (citazione verbatim).

Queste appena riportate non sono frasi ipotetiche: si tratta di discorsi già detti da chi ha la presunzione di considerarsi competente in materia e di indirizzare politici e opinione pubblica, non solo nazionali. Giudizi di chi confonde libertà religiosa con libertà di delinquere, e che ho ricevuto dopo la pubblicazione del primo post.

No, non sono così sprovveduto da farmi delle illusioni in merito, perché chi si considera un esperto ma si forma un giudizio su basi tanto improprie - Tizio ha detto che - e a fronte di una contestazione non sente la necessità di verificare personalmente cosa dicono davvero le carte, è qualcuno che crede a una certa cosa perché quella cosa è ciò a cui vuole credere. E una credenza di questo tipo è più tenace di quella interiorizzata come dogma di fede, a cui invece si deve crede. Ne è un esempio il Disegno Intelligente, pure lui sostenuto a dispetto di tutto e di tutti da scienziati e teologi, la cui caparbietà può arrivare al punto da considerare la sua non accettazione come "un'abdicazione dell'intelligenza umana".

Per cui se quanto scrive Maffia sia verità o propaganda capziosa di Scientology, non chiedetelo al sottoscritto perché sarebbe l'irrilevante parere di un profano, ma non chiedetelo neppure a chi si dice esperto di religioni o di "diritti e di libertà": potrebbe non avere mai letto le carte processuali perché occupato a difendere quei "diritti" a fianco del CCDU (senza vederci alcuna incongruenza, anche se ai più sembrerà come allearsi con una faina per difendere il pollaio).

Rimane una sola strada: leggere le carte processuali. Una rottura di scatole per tutti noi, ma un dovere per quanti, credendo di essere degli studiosi, dovrebbero sentire il dovere di attenersi al metodo scientifico (che rifiuta l'ipse dixit) anziché ai pregiudizi (che è ciò che i sedicenti esperti rinfacciano agli aborriti antisette).

Già, gli antisette. Nominandoli sorge una considerazione impertinente: gli antisette mi considerano un bandito da zittire; se il loro opposto, i paladini dei diritti civili, sono altrettanto ostili verso chi pubblica i documenti da loro stessi citati, che deduzione se ne trae?

Che differenza c'è tra chi descrive Scientology come un'immacolata vittima innocente come fa Maffia, e chi descrive Arkeon come una banda di criminali come fa la Tinelli? Tra chi presenta il Narconon come un caritatevole benefattore e chi accusa dei "guru" di avere istigato dei suicidi inesistenti? Tra la visione di un Alessandrini secondo cui "Potrebbero essere decine e decine le vittime della setta Arkeon nella Provincia di Fermo" (che almeno usa il condizionale) e la fantasticheria di un Maffia che (senza il condizionale) racconta di un inverosimile "tragico abbandono di centinaia di tossicodipendenti in crisi d’astinenza lasciati a vagare nelle campagne"? Tra una giornalista come Fabio Castori che dopo la sentenza del processo Arkeon, ha l'indecenza di definire il gruppo una "psicosetta" inventandosi la panzana che sia stato condannato per "la falsa promessa di riuscire a guarire da malattie", e un Camillo Maffia che dopo la sentenza del processo Scientology sostiene che quel processo si sarebbe concluso con "tutti i principali imputati assolti da ogni capo d’accusa" quando invece furono ritenuti tutti colpevoli di reati penali oltre che di "condotte odiose"?

Tra un Alessandrini che riesce a percepire una "forma di resistenza strana alla discussione del progetto di legge" (per la reintroduzione del reato di plagio) e da questa visione deduce l'esistenza di un complotto, e un Maffia che riesce a vedere una "accanita corrispondenza" (finalizzata alla "reintroduzione del reato di plagio") tra un'associazione, un parlamentare e un magistrato e da questa visione deduce l'esistenza di un complotto. Tra un "anti" come Morganti che smaschera la congiura delle "lobby internazionali che tutelano queste grosse organizzazioni settarie" (9), e un "pro" come Maffia che smaschera la congiura tesa "al ridimensionamento di una presenza amerikana col kappa" in Italia. Una congiura di cui - non va dimenticato - sarebbe stato responsabile il Partito Comunista che, secondo il negazionista Maffia, in Scientology vedeva "l’incarnazione diretta dei servizi segreti americani" desiderosi di "convertire qualunque buon comunista in uno scientologo filoamericano" (10); (per cui le continue truffe e circonvenzioni che abbiamo visto in precedenza non sono mai esistite).

Gli anti-sette sostengono cose non vere (e si indignano quando vengono definiti antisette); i pro-sette sostengono cose non vere (e si indignano quando vengono definiti apologeti). Entrambi si basano sul principio d'autorità, ed entrambi sono votati a una causa.

Quale differenza ci sia probabilmente non lo sapremo mai, perché al pari di Alessandrini, Tinelli e soci, anche l'indignato Maffia non replica a ciò che viene percepito come delitto di lesa maestà (ce ne faremo una ragione). Più consono al suo rango è lasciare che della plebaglia se ne occupi l'ufficio legale; Forum antisette docet. Ma se a infuriarsi del fatto che qualcuno eserciti i propri "diritti" (in questo caso di critica) è proprio chi sostiene di battersi per quei "diritti", allora abbiamo un motivo in più per diffidare di quanti si battono per "la difesa di". Un ammirevole impegno civile, il cui desiderio di equità sociale talvolta si rivela essere solo fanatica ossessione come in certe associazioni antipedofilia (11), o un gretto interesse economico come in certe onlus per la tutela del fanciullo (12) (oppure bisogno di rivalsa, o un narcisismo patologico).

Per concludere, un chiarimento sull'Autorevole Esperto, che come dicevo nel primo capitolo autorevole lo è davvero. Si tratta Massimo Introvigne, fondatore del CESNUR.

In un italiano stentato un seguace di Scientology ha sentito il dovere di informarmi che le posizioni del sociologo torinese confermerebbero quanto scritto da Maffia in merito al processo a Scientology. Vediamo se è vero.

Nel 2014 il dott. Introvigne ha pubblicato sulla rivista ICSA Today (International Cultic Studies Association) l'articolo intitolato Religious Liberty and New Religious Movements: The Italian Experience and the Observatory on Religious Liberty. Qui possiamo verificare se davvero Introvigne sostiene che dopo "sei gradi di giudizio, il maxiprocesso si conclude con archiviazioni, assoluzioni" e niente condanne per i seguaci di Hubbard, e che i reati erano "del tutto estranei all’attività della Chiesa". Ecco cosa scrive Introvigne:
Un'altra interessante obiezione discussa dalla Suprema Corte è che Scientology non sarebbe una religione in quanto nel processo di Milano emersero prove per cui un certo numero di scientologist furono giudicati colpevoli di "tecniche di vendita fraudolenta", o abusarono di clienti particolarmente fragili quando "vendevano" Dianetics e Scientology. Queste attività illegali, commentò la Suprema Corte, vanno punite; ma la presenza di "attività devianti" non è un criterio per stabilire se un gruppo è o meno religioso. Un gruppo può essere coinvolto in un certo numero di attività illegali, che non sono protette dalle disposizioni sulla libertà religiosa e che vanno sanzionate, e al tempo stesso mantenere una identità religiosa di base.
[...]
Contrariamente a una percezione che circola nei media, un movimento può essere sia religioso, sia colpevole di una intensa attività criminale. Le religioni non sempre "fanno del bene"
(13).
Mi sembra chiaro, ma per sicurezza ne spiego il contesto. Introvigne sta parlando della sentenza del 1997, con la quale la Corte di Cassazione dettò i criteri con cui valutare la natura confessionale di un gruppo. La Suprema Corte respinse il criterio adottato dalla Corte d'Appello secondo cui Scientology non poteva essere una religione perché "un certo numero" di suoi adepti "furono giudicati colpevoli". Quale che sia la validità del raziocinio espresso dalla Cassazione qui è irrilevante, ciò che importa è che Introvigne dà atto che "un certo numero di scientologist furono giudicati colpevoli" e che furono reati inerenti la "vendita" di Dianetics e Scientology. Quanto alle "attività illegali" che "vanno punite", e quel duro "colpevole di intensa attività criminale", evidenzia quanto – secondo Introvigne – Scientology possa essere uscita dal "maxiprocesso a passo di danza".

Anziché confermare, Introvigne smentisce integralmente le affermazioni di Maffia. E non poteva essere diversamente, perché avendola pubblicata sul sito del CESNUR, la sentenza del maxiprocesso Introvigne l'ha letta.

Quanto alla "sentenza successiva", analizzeremo pure quella, così almeno ridiamo un po'.



Note:

1) Sarebbero 35 se il reato del capo 23 (circonvenzione) non fosse stato dichiarato estinto per il decesso dell'imputato.

2) In merito ai 9 capi d'imputazione (su 43) pervenuti a una sentenza assolutoria, uno riguardava un'ipotesi di falsa fatturazione per una vendita da una sede all'altra di libri per un importo di 100 milioni di lire, che il tribunale ritenne non sufficientemente dimostrata, uno riguardava l'associazione a delinquere di cui si parlerà nel post relativo alla natura religiosa di Scientology, e uno riguarda il capo 23 di cui alla nota precedente. Le assoluzioni per gli altri 6 capi furono richieste direttamente dalla Pubblica Accusa.

3) Per la disperazione la vittima arrivò a tagliarsi i polsi e si rese necessario il ricovero in ospedale (rinvio a giudizio, pag. 278).

4) Dalla lista ho tolto il reato di induzione all'uso di sostanze stupefacenti (capo 45) perché il reato presenta un carattere insolito rispetto al normale modus operandi (l'induzione, non certo l'assunzione come vedremo nel prossimo post). In quest'unico caso è legittimo parlare di un evento estraneo all'attività dell'organizzazione. Tuttavia è un episodio che dimostra le gravi responsabilità dell'organizzazione che utilizzava operatori del tutto impreparati ad affrontare le ricorrenti difficoltà frapposte dai pazienti.

5) Non si tratta dello stesso FBO che inviava i rapporti per segnalare i metodi di "M. Pa."

6) Da quanto ho saputo di quella vicenda, mi pare che a dispetto dell'archiviazione sia legittimo ipotizzare un verdetto non giusto, ma anche così dire che Maffia usa "due pesi e due misure", sarebbe - per usare le sue stesse parole - "una perversione feticista nei confronti dell’eufemismo", perché Maffia: a) distorce all'inverosimile il risultato di un processo per piegarlo al suo teorema; b) quando gli fa comodo una sentenza è da considerare una verità incontestabile, altrimenti diviene una decisione discutibile con degli imputati da guardare con sospetto.

7) Nella realtà, la Corte d'Appello che per la terza volta si occupò della questione, non ha negato il carattere religioso di Scientology; ma lo vedremo meglio in un apposito post.

8) Sarebbero 34 se uno dei responsabili non fosse deceduto (a cui sommare il capo di imputazione relativo all'evasione fiscale che mi ostino a non considerare, reputando la mia obbiettività ben diversa da quella di Maffia).

9) Dichiarazione resa durante una trasmissione andata in onda su SM TV.

10) Questa la frase completa di Maffia: "Un movimento che in quegli anni era visto come l’incarnazione diretta dei servizi segreti americani, per di più sotto forma di "lavaggio del cervello", che avrebbe potuto, con le sue tecniche di manipolazione mentale, convertire qualunque buon comunista in uno scientologo filoamericano." (enfasi nell'originale).

11) Vedi p.es. qui.

12) Qualche esempio qui, qui, qui, qui.

13) "Another interesting objection the Supreme Court discussed is that Scientology is not a religion since there was evidence in the Milan case itself that a number of Scientologists were guilty of “fraudulent sales techniques,” or that they abused particularly weak customers when “selling” Dianetics or Scientology. These illegal activities, the Supreme Court commented, should be punished; but the presence of “deviant activities” is not the criterion for establishing whether or not a group is religious. A group may both engage in a certain number of illegal activities, which are not protected by provisions on religious liberty and should be prohibited and sanctioned, and maintain a basic religious identity.
[…]
Contrary to a perception circulated in the media, a movement may be both religious and guilty of sustained criminal activities. Religions do not always “do good.”"