martedì 5 marzo 2013

Gabriella Monaco e la psicosetta - 5

Seviziata da un eufemismo

(continua dal post precedente)

Il sabba

In una testimonianza scritta nell'ottobre del 2004, Gabriella Monaco descrive l'iniziazione al 1° livello Reiki, calandola in una inquietante ambientazione gotica:
"una sorta di sabba segreto danzato dai maestri attorno a te, mentre ti soffiano addosso recitando strane formule".
Anche G. B., che all'epoca della deposizione aveva 16 anni, racconta di quando fu iniziato a questo 1° livello all'età di 10/11 anni, un'età in cui era certamente più impressionabile della Monaco che di anni ne aveva 35. Questa è la sua descrizione del tenebroso rituale:
"Se non sbaglio c'era dell'incenso e la musica di sottofondo tipo indiani d'america. V. mi ha detto di chiudere gli occhi e di congiungere le mani, poi me le ha fatte muovere su e giù e nel frattempo mi soffiava addosso. Al termine sono uscito dalla stanza." [1]
Un'altra teste che descrive l'iniziazione è E. F., una delle testimoni più esacerbate contro Arkeon. Per far sembrare più consistente il numero di ex che sul forum del CeSAP denunciavano gli abusi di Arkeon, ricorreva al pratica disonesta del morphing, firmandosi con tre diversi nick (Emanuela, Tiresia e Tritri). Poiché dalla sua deposizione in tribunale appare psicologicamente piuttosto fragile, E. F. è particolarmente indicata per confermare la versione della Monaco. Ecco la sua descrizione del "sabba" che ha turbato la Monaco:
"una serie di gesti che venivano fatti per far sì che queste persone diventassero canale di Reiki".
I Minori e i risvolti sessuali

G. Monaco: "Altre persone sono C. C. e suo marito, che sono a conoscenza anche di fatti specifici riconducibili al coinvolgimento di minori durante i corsi, anche negli esercizi con risvolti sessuali"

I "risvolti sessuali" sono un chiodo fisso per la Monaco, ma la sua accusa non è che una menzogna che assume la forma dei suoi pregiudizi (o fobie). Basta vedere cosa rispondono in merito a questi fatti scabrosi prima la teste C. C. e di seguito il marito, entrambi testi dell'accusa:
C. C.: Sì, ho conosciuto [durante un seminario - ndr] una ragazza di 16 anni.
Domanda: Può dire solo della partecipazione di una persona minorenne?
C. C.: Sì. Mi ricordo che la signora P. D. N. [la più accanita accusatrice di Arkeon con E. F. e la Monaco - ndr], mi aveva detto, perché era mia amica, ora non ci frequentiamo più, continuava ad insistere di scrivere che io avevo visto questa persona. "Ma sì, che motivo c'è? L'ho vista, ma niente di particolare". "Scrivi, manda un fax", io mi fidavo di lei, ho detto: "Sì, va bene, lo scrivo", ma non c'è stato un motivo scatenante per cui io ho mandato questo fax. Ho detto: "Va beh". Diciamo che la motivazione era che queste carte servivano perché doveva essere fatta una ricerca, non una denuncia [...]
Domanda: Perché insisteva che doveva scrivere?
C. C.: Perché bisognava fare una ricerca. Il Cesap doveva fare una ricerca, solo una ricerca.

Domanda: Ha mai assistito alla presenza di minorenni durante i seminari?
Marito di C. C.: Beh, ho visto magari delle madri che avevano i bambini in braccio molto piccoli, questo sì, o che erano fuori magari. Bambini minorenni nel senso di... no, io ho visto delle mamme con dei bambini molto piccoli.
La minaccia di morte

Per questo episodio iniziamo dalla deposizione di C. C., che è la stessa testimone che abbiamo visto sopra:
C. C.: Sì, una signora che è stata male.
Domanda: E cioè cosa è successo?
C. C.: Lei parlava della sua esperienza con una bambina, non ricordo esattamente i motivi, che questa bambina era stata male, aveva avuto qualche problema e lui [il maestro - ndr], non ricordo le parole esatte che ha detto M., però ha detto: "Come è venuta se ne potrebbe andare", e lei è caduta dalla sedia. Questo è successo. La mamma... però non era là la bambina, cioè raccontava della bambina.
Domanda: E questo perché ha provocato in lei una reazione?
C. C.: Perché ha detto: "No, non è possibile..."
Domanda: Sta parlando di morire, è riferito alla morte?
C. C.: Sì, non ha detto "morte", però...
È un episodio sgradevole. Dalla deposizione di C. C. non se ne comprende il contesto, tuttavia ventilare a una madre la possibilità, per quanto ipotetica, che la figlia "se ne potrebbe andare" è certamente fastidioso [2]. Ma da un commento molto inopportuno, la Monaco riesce a costruirci sopra la trama di un thriller:
"La C. ebbe a dirmi che una donna fu minacciata della morte della figlia, di pochi mesi, qualora non avesse continuato la sua frequentazione in Arkeon."
Non sono solo i testimoni a smentire la Monaco; capita che sia lei stessa a contraddirsi. In un post su Maria Pia Gardini, della ex di Scientology avevo evidenziato le innumerevoli versioni contrapposte, accostando una frase in cui sostiene una cosa con una dove dice l'esatto contrario. È possibile fare questo raffronto tra la "Versione A" e la "Versione B" anche con Gabriella Monaco. Vediamo qualche esempio.
Versione A:

Domanda: Quindi il maestro l'aveva convinta?
Risposta: Mah, più che aver convinto me, aveva talmente convinto mio marito che quando siamo tornati a Milano io decisi di fare anche il secondo seminario.

Io sono entrata e uscita, perché io sono stata 15 giorni, due seminari, ho visto cosa accadeva.

Per quanto riguarda i meccanismi di permanenza, nel mio caso, non è tanto che io sia più stabile di altre persone [...] non hanno avuto tempo di agire tutte queste tecniche prolungate nel tempo, come erano già avvenute ad esempio nel caso di mio marito. [...] Ma io sono certa che se avessero lavorato ulteriormente su di me, io, nonostante mi ritenga una persona con un grande senso critico, probabilmente sarei rimasta.

La fedeltà dell’adepto e la manipolazione ha efficacia proprio perché la persona continua a frequentare.
Queste dichiarazioni presentano un elemento fondamentale del teorema della Monaco: lei non ha mai creduto a una parola della filosofia di Arkeon, che considera null'altro che "un gruppo di pazzi". È una posizione credibile: ha partecipato ad appena due incontri e solo per compiacere il marito, tra l'altro con il risultato che tutti conosciamo. Capita però che la Monaco abbia l'esigenza di rimarcare quanto le "tecniche manipolative sottili e ben celate" di Arkeon fossero pericolose, e allora il registro cambia completamente e abbiamo la Versione B:
La devastazione che avevano iniziato su di me con le loro tecniche invasive [3] aveva prodotto subitanei effetti, solo con un incontro: non volevo più parlare con la mia famiglia e con gli amici esterni al gruppo, per un lungo periodo non ho incontrato nessuno, sono diventata aggressiva e profondamente alienata dal mio contesto, immediatamente dipendente dal maestro che mi chiamava e che chiamavo di continuo, pronta a farmi consigliare da un perfetto sconosciuto!

Mi fecero fare un esercizio per staccarmi da mio padre [...] Per più di un mese non volli vedere mio padre, malato di cancro [...] E lo stesso processo di estraniamento avvenne con mia madre, mio fratello, le mie sorelle... tutti improvvisamente diventati nemici da evitare [4]
Per sua fortuna, la Monaco non è credibile, ed è per lei una fortuna perché se dovessimo ammettere che dopo "un esercizio" soffrì così gravemente di questa paura irrazionale e immotivata dei suoi famigliari e degli amici, il suo problema non sarebbe di certo il plagio ma qualcosa di ben più serio.

Passiamo ad un altro esempio. In merito al suo primo seminario, nella testimonianza scritta per il "dossier" della Tinelli si legge a cosa era dovuto il suo inscalfibile scetticismo:
Versione A

ho pensato di essere in mezzo a dei pazzi e che il più folle di tutti era il maestro
ma in quello stesso testo scrive anche:
Versione B

Uscimmo dal seminario confusi ma allo stesso tempo esaltati. Ci avevano fatto credere di avere avuto la consegna di poteri soprannaturali, naturalmente con tecniche manipolative sottili e ben celate
Sostiene che non ha creduto a niente, e nello stesso tempo dichiara di avere creduto alle stupidaggini più insulse.

Come per la fobia della famiglia, anche qui c'è da fare un'osservazione simile. Chi partecipando a un seminario si convince di avere acquisito dei "poteri soprannaturali", può essere che sia stato sottoposto a "tecniche manipolative sottili e ben celate" (e soprattutto magiche), ma di sicuro è come minimo un gonzo.

Vediamo un ultimo esempio. Secondo l'esperta di sette Lorita Tinelli, per adescare gli adepti le "sette" userebbero il love bombing. È una cosa che ripete come un mantra, anche a sproposito come nel caso di Scientology. Indottrinata dalla sua carismatica guida, anche la neo adepta all'antisettarismo ripete la filastrocca del "love bombing":
nel momento in cui entra subisce questa fascinazione molto forte. Diceva la signora Gardini: love bombing. Nel momento in cui si entra in questi gruppi, quello che è accaduto a me, quello che è accaduto a mio marito, lui ha subito proprio una pressione, una sorta di esaltazione iniziale per cui lo riempivano di complimenti, lo facevano sentire al centro dell’attenzione [...] tu entri lì e pensi di avere tutti nuovi amici, un mondo tutto nuovo di affetto.
Poi abbiamo la "Versione B", secondo cui al suo primo seminario avrebbe subito una "violenza sessuale di gruppo", che è quanto di più lontano possa esserci dall'affetto e dall'amicizia.

Lasciamo la "Monaco A" che contraddice la "Monaco B", per passare a un'altra categoria di questo zibaldone: i ragionamenti ottusamente illogici, come ad esempio l'invenzione della donna costretta ad abortire, che abbiamo visto all'inizio:
M., adepta da dodici anni e anche lei ormai maestra [di Arkeon - ndr], dopo aver pagato cifre esorbitanti ha mandato a monte la sua unica gravidanza, poiché il maestro le ha ordinato di abortire: ormai ha quarantasei anni e ha perso l'unica opportunità di essere madre mentre il suo uomo lo hanno accoppiato con un'altra del gruppo, più giovane anche nell'adesione e quindi da fidelizzare con un doppio legame.
È una spiegazione assurda. La setta si sarebbe infilata in un ginepraio - separare una coppia, imporre un nuovo partner a 2 seguaci e la rogna di ordinare un aborto - solo per raddoppiare il legame di una partecipante che comunque era già "fidelizzata". È un comportamento più illogico di quello tenuto dal lupo rincoglionito di Cappuccetto Rosso.

Le illogicità della Monaco possono rivestirsi di un vittimismo così sfrontato che il dramma scade nella farsa:
Sono certa che questo gruppo sia una setta, ho visto e vissuto cose che mi hanno segnata profondamente per le quali mi sto curando con grande fatica da uno psicoterapeuta, per cercare di mettere a posto gli squarci che hanno aperto nella mia psiche in nome del profitto.
Questa prova d'attore, che ricorda il celebre monologo di Blade Runner "Ho visto cose che voi umani...", è un'evoluzione del recitàl tenuto in tribunale nel 2011:
Domanda: Dopo essere uscita da Arkeon è stata in cura da uno psicologo?
Monaco: Sì, immediatamente, già nel 2003 io sono dovuta ricorrere alle cure psicoterapiche, perché ero distrutta nella mia autostima, oltre al fatto che avevo questa sindrome da stress postraumatico per questo abuso subito. [...] Io sono ancora in cura, a distanza di nove anni.
Impossibile, per me, non ricordare una melodrammatica compagna di classe delle scuole medie, che dopo un brutto voto si alzò dal banco e si gettò dalla finestra. Eravamo al piano terreno e il marciapiede su cui "precipitò" era allo stesso livello del pavimento dell'aula.

Gabriella Monaco sostiene che nel 2003, appena uscita da Arkeon, fu costretta a iniziare una cura psicoterapica ed è "ancora in cura a distanza di nove anni". Se la sventurata portavoce del "Comitato Vittime delle Psico-sette" necessita di un accompagnamento psicoterapeutico, umanamente dispiace, ma la causa di questi disturbi mentali non possono essere stati né lo "stress postraumatico" di un abuso sessuale mai accaduto, né "gli squarci che hanno aperto nella mia psiche" con una coercizione mentale altrettanto inesistente, dato che su di lei "non hanno avuto tempo di agire tutte queste tecniche" manipolative. Certo però che se dopo tanti anni è ancora in cura, vuol dire che la terapia è necessaria; questo nessuno lo mette in dubbio, dato che le sofferenze di cui parla sono la rappresentazione più plausibile dell'Inferno, insieme alle tavole di Gustave Doré.

Vediamo un'ultima illogicità della Monaco. Poiché nel primo seminario di Arkeon aveva subito una violenza sessuale di gruppo, in tribunale le viene chiesto come mai tornò a un secondo incontro:
Io lì da solo non lo volevo lasciare andare, perché io mio marito non lo volevo perdere.
Questa affermazione sottende che il marito voleva continuare a frequentare i seminari, e se lei non lo avesse accompagnato, il marito l'avrebbe lasciata. Già nel capitolo 1 abbiamo visto che si tratta di una falsità, ma è meglio che sia una testimone dell'accusa a confermarlo:
Domanda: Senta, le è stato mai per caso imposto di portare suo marito ai seminari?
C. C.: No.
Ma soprattutto è una spiegazione tanto insensata che non è credibile neppure per un seguace di Giorgio Bongiovanni, l'addetto stampa della Madonna, di Gesù Cristo e degli extraterrestri per il pianeta Terra. Non si comprende perché un marito "molto innamorato", legato a lei da "un rapporto molto bello", avrebbe dovuto separarsi se la moglie non partecipa a un seminario, mentre altri partecipavano senza il coniuge a cui della stramba dottrina di Arkeon non importava nulla.

Ma la stravaganza probabilmente più divertente è la "trasgressione creativa":
Domanda: Quando era all’interno di Arkeon ha mai partecipato all’esercizio denominato “trasgressione creativa”?
Monaco: Ne sono stata vittima. Perché la “trasgressione creativa” è quella che è stata proposta a mio marito, con un’altra donna, per risolvere il mio processo, cioè a lui l’hanno portato ad andare a letto...
In sintesi, secondo la Monaco in Arkeon sarebbe esistito un esercizio consistente nell'imporre a un marito di andare a letto con un'altra donna. Secondo la Monaco il fine era "verificare se io ero la donna adatta a lui oppure no o vedere se io, dopo questa punizione pubblica, ero disposta a riprendermelo". Giá da questa prima frase vediamo che la Monaco si sta contraddicendo. Secondo lei l'esercizio serviva per ottenere A oppure per ottenere Z. Non sa decidersi.

In tribunale di questa trasgressione hanno parlato solo la Monaco ed E. F., l'accusatrice infervorata che abbiamo già incontrato a inizio di questo post, la quale afferma: "Praticamente, si trattava: il Moccia trovava un’amante da dare al marito" [5].

Qui la vicenda diventa buffa, come ascoltare un sedicente esperto spiegare che il miglio è l'unità di misura dei canarini. Risoluta, la Monaco illustra un concetto con la determinata sicumera di chi non ha capito niente.

Per chiarire questo equivoco, è necessario premettere che come avviene spesso in questo tipo di dottrine, anche in Arkeon veniva posta una grande enfasi sull'integrità morale della persona. In aggiunta alla fissazione per una condotta impeccabilmente etica, in Arkeon trovava un particolare risalto l'istituto della famiglia: la relazione di coppia era considerata come uno spazio sacro in cui la fedeltà era un valore non negoziabile. Calato in questa mentalità, durante un seminario un tizio pensò di rimediare a una sua infedeltà coniugale "condividendo" il tradimento [6]. Ma le donne, si sa, sono strane, e questo tipo di confessione, dacché una forma primordiale di vita abbandonó le acque paludose per iniziare il suo travagliato percorso evolutivo, ha sempre comportato un risultato preciso: una furiosa incazzatura della moglie.

Per cercare di rappezzare la situazione, intervenne Moccia che disse: "Prendila come una trasgressione creativa, lui ti ama e ti sta chiedendo scusa" (se vi sembra una sciocchezza, provateci voi a dire qualcosa di più intelligente in un frangente simile).

Poiché in seguito i due si rappacificano, qualcuno iniziò scherzosamente a usare quel termine come perifrasi per evitare l'asprezza del verbo cornificare. In pratica, la Monaco si ritiene "vittima" di un eufemismo gergale.

In chiusura un paio di chicche. Sul forum del CeSAP Gabriella Monaco ha scritto:
No Psiche, se permetti dissento sul fatto che Fabia abbia SEMPRE rispettato tutti. Per quel che mi riguarda, ha qui e altrove messo in dubbio la veridicità della mia testimonianza [...] Per non parlare del suo contributo sul loro Ng [newsgroup - ndr] al linciaggio della Tinelli e del Cesap, che RISPETTOSAMENTE le permettono ancora di scivere qui.
Il fatto che mettere in dubbio una testimonianza sia una mancanza di rispetto, è indicativo di quanto la Monaco stia aspramente lottando per sostenere la veridicità della sua storia. Al punto da etichettare come una offesa un'opinione diversa dalla sua.

Ma si arriva al parossismo quando afferma che a Fabia "RISPETTOSAMENTE" era permesso di intervenire sul forum del CeSAP dopo che su un newsgroup avrebbe partecipato al "linciaggio della Tinelli". Chi ha frequentato pur brevemente il forum del CeSAP, sa bene che quella della Monaco è un'enormità: la Tinelli interpreta come ingiuria qualsiasi commento che non sia di devozione. È inimmaginabile che non si venga ostracizzati dopo la critica più innocente, figuriamoci un linciaggio.


"Vede minacce ovunque"

"soffre di manie persecutorie"

"Avrebbe potuto fare una migliore figura
cominciando subito, a tacere"

(da un unico post di Gabriella Monaco)

(Continua)

Note:

  1. Con il suo sinistro armamentario di sabba, sortilegi e malefici, la stregoneria è un'altra ossessione con cui la Monaco criminalizza Arkeon: "ci invitarono a bruciare delle cose che volevamo lasciar andare con il passato recitando una formula che, con mio grande spavento, ho appurato essere uno scongiuro presente nei manuali di stregoneria." Una fissazione confermata dell'ex marito: ai suoi famigliari la Monaco disse che in casa praticava "riti satanici".

  2. È ovvio che prima di esprimere un giudizio si dovrebbe conoscere tutto il discorso per contestualizzare quella frase, ma per non essere giudicato di parte nemmeno dai più infervorati, ho scelto di dare per acquisito il giudizio di C. C., la quale delinea una versione dell'accaduto che è la più compatibile con quella della Monaco.

  3. Quali siano però queste "invasive" "tecniche manipolative sottili e ben celate" non viene mai chiarito. Essendo la portavoce di un comitato anti-sette, indicare in cosa consisterebbero sarebbe non solo una informazione utile per fare prevenzione, ma dovrebbe essere lo scopo principale, ma al pari degli altri antisette su questo argomento anche la Monaco è incomprensibilmente reticente.

  4. Difficile non vedere in questi due improbabili "subitanei effetti" riscontrati su di sé dalla Monaco, il risultato di un indottrinamento: questi comportamenti descritti con enfasi così esagerata non sono che il solito tormentone degli antisette radicali, i quali riescono a vedere ovunque un distacco dell'"adepto" dal proprio ambiente e una sua dipendenza dal "guru", perché li considera la prova dell'avvenuta "manipolazione coercitiva" operata dalla setta. L'impressione è che se gli antisette sostenessero che i culti instillano l'idea che il brodo di pollo è nocivo, la Monaco giurerebbe che al solo sentirlo nominare si sentiva svenire.

  5. Nessun altro dei testimoni conosceva questa espressione.

  6. È lo stesso motivo che ha indotto l'ex marito della Monaco a parlare della sua relazione extraconiugale.