sabato 31 gennaio 2015

La danza macabra di Scientology - cap. 3

In chiusura del post precedente abbiamo visto di che cosa erano capaci gli operatori della Chiesa di Scientology di Milano, che in Italia è la chiesa principale e sovrintende a tutte le altre. Non si pensi però che queste pratiche fossero una prerogativa degli scientologi di quella sede. L'inchiesta giudiziaria mise in luce che si trattava di una prassi comune a tutte le sedi di Scientology.

Di quelle di Brescia e di Pordenone abbiamo già visto le gesta nel primo post esaminando i capi d'imputazione 1 e 2. Vediamo una brevissima sintesi delle altre.

Modena. Una persona affetta - come al solito - da disturbi psichici, confidò a un operatore che il padre recentemente scomparso gli aveva lasciato un'eredità di 80 milioni di lire. Detto e fatto: eccolo a compilare "due assegni per la cifra complessiva di cui sopra, consegnandoli al MA*, che era andato a casa sua per farseli rilasciare". Anche qui, i vertici dell'organizzazione apprezzarono (appello, pag. 249).


Bergamo. Sostanzialmente simile al caso precedente è l'operato dei due fratelli Giacomo e Giuseppe C**, i quali si trovarono davanti una persona sofferente di "disturbi psichici, consistenti in una ideazione delirante mistica, con impostazione di riferimento e conseguente perdita di contatto con la realtà per un marcato meccanismo dissociativo" (appello, pag. 46). Qui il primo versamento fu di 8 milioni, poi anche questo poveretto commise l'errore di confidare ai due fratelli che in banca disponeva di una cifra interessante, e così ecco firmato un unico assegno di 72.690.000 lire, corrispondenti all’intero saldo del conto corrente.


E poiché prima di essere una ONLUS impegnata nella difesa dei Diritti Umani, Scientology è soprattutto "il gruppo più etico del pianeta", durante una perquisizione nella sede di Milano venne ritrovata:
appesa al muro e incorniciata, la fotocopia dell’assegno dell’importo di L. 72.690.000 sottoscritto dal ***, come una sorta di scalpo (appello, pag. 94)

Tralasciamo i danni causati a questo soggetto dall'auditing ("le sue condizioni psicofisiche erano però notevolmente peggiorate, a causa della mancata assunzione di farmaci, in ottemperanza alle teorie dianetiche, ed era stato, infine, costretto a ricoverarsi in ospedale psichiatrico per crisi dissociativa di tipo psicotico"), per rilevare due aspetti che in questo contesto sono maggiormente significativi:
  1. questo ragazzo considerava i due fratelli Giacomo e Giuseppe C** degli amici;
  2. il loro avvocato li descrisse come "persone abbastanza rozze e di cultura modesta; (ex 'venditori ambulanti di frutta'")
Dopo Modena, Bergamo, Milano, Pordenone e Brescia, facciamo tappa a Torino, dove troviamo come al solito una persona che presenta "un quadro psicotico misto in parte dissociativo, in parte depressivo", che lo rende "totalmente incapace di intendere e di volere" (appello, pag. 243).


Come da copione, anche lui si lasciò "sfuggire di aver avuto in eredità dal padre la somma di L. 8.000.000, depositata presso l’ufficio postale di Ariano Irpino" (ibid.). Poiché la trama la conosciamo già (precipitoso viaggio fino in Irpinia, con la vittima frettolosamente sospinta dal predatore di turno, ecc.), passiamo direttamente al finale: come nel primo caso analizzato (capo 1), anche questo pre-clear si suicidò (mentre la vittima del capo d'imputazione 13, che riguarda Milano, tentò il suicidio ma senza esito).

Cremona. Benché non si arrivi al suicidio, qui gli hard sellers riuscirono a mettersi in evidenza con una prestazione di tutto rispetto: sgraffignare il misero gruzzoletto (4 milioni di lire) a un poveraccio internato in un reparto psichiatrico (appello pag. 51). Questa performance fu impreziosita dalle difficoltà create da una megera: un'assistente sociale che per cattiveria non voleva che grazie a Scientology "più persone siano più abili" (1), e che telefonò ai Carabinieri.

Anche Milano provò a cimentarsi in questa specialità arraffando 30 milioni a una persona affetta da schizofrenia paranoide delirante (appello, pag. 217), ma non riuscì a eguagliare il risultato: è vero che i periti certificarono una "infermità di sicuro inquadramento nosografico, di rilevante entità di immediata evidenza anche ai non esperti (2)", ma questo tizio non era ricoverato in manicomio, per cui la palma di miglior prestazione resta alla Chiesa di Scientology di Cremona a cui va un plauso.


E un plauso va anche a Maffia, che sintetizza questo palmares di truffe (aggravate), circonvenzioni, maltrattamenti, abbandono di incapace ecc. e di "giudizi del tutto critici e negativi sotto un profilo morale ed etico" con una frase memorabile: "Dopo sei gradi di giudizio, il maxiprocesso si conclude con archiviazioni, assoluzioni e il riconoscimento della natura religiosa di Scientology". Come dire: tutti innocenti e benemerenza finale per ripagare del disturbo.

Giunti a questo punto è necessario un chiarimento. Con questa serie di post:
  1. non sto cercando di dimostrare che Scientology è una multinazionale criminale che andrebbe soppressa (cosa che non penso);
  2. né mi propongo di far cambiare opinione a qualcuno (cosa di cui non me ne frega niente).
Diversamente da Maffia, che è impegnato a battersi per una sua causa (giusta), io non ho teoremi da dimostrare, né complotti da denunciare, né cause a cui votarmi. Con questi post mi limito a riportare dei fatti di cui ho reso agevole e rapida la verifica - qualora a qualcuno possa interessare - al solo scopo di fornire gli strumenti idonei a valutare le 5 asserzioni di Maffia elencate nel primo post (3), e con loro quell'articolo che abbraccia senza riserve la versione di Scientology. Per cui quale giudizio assegnare a Scientology non è argomento di questi post.

So bene che le sentenze possono essere lette da prospettive diverse, ma io (diversamente dagli esperti) non ho nessuna prospettiva privilegiata da cui far leggere alcunché:
  1. mi limito esclusivamente a riportare dei fatti concreti, certificati da quel processo che proprio Maffia ha evocato come testimone a suo sostegno;
  2. non sto costringendo nessuno a cambiare un'opinione che ha eletto a dogma di fede, dato che nessuno è obbligato a sorbirsi questi post.
Per cui chi vuole leggere questi post legga, chi vuole verificare la documentazione verifichi, chi ha scelto di difendere i diritti umani a fianco di Scientology continui la sua battaglia a testa alta (tanto, la faccia è la sua), e chi ritiene che questa alleanza susciti ilarità rida: ognuno è libero di pensarla come vuole. Se Maffia ha il diritto di credere a ciò che gli racconta l'Ufficio Affari Speciali di Scientology, gli altri hanno il diritto di riderci sopra (e di trarre le conclusioni del caso). Da parte mia chiedo solo che si rispetti la mia decisione di dubitare della propaganda di Scientology e che si rispetti la mia scelta di leggere le carte di quel processo. Fine precisazione.

Torniamo alla frase di Maffia, "Dopo sei gradi di giudizio, il maxiprocesso si conclude con archiviazioni, assoluzioni e il riconoscimento della natura religiosa di Scientology", e la analizziamo perché ne vale la pena.

Le archiviazioni
Vero. Il PM ha richiesto 65 archiviazioni (4), per cui dei 140 esponenti di Scientology indagati, quelli rinviati a giudizio furono 75 (e non 140 come scrive Maffia, il quale non sa bene cosa dice visto che poi aggiunge un insensato "72 imputati" [5]).

Le assoluzioni
Vero. Tutti gli imputati accusati del reato di associazione per delinquere furono assolti. Vi furono poi alcune altre assoluzioni sparse qui e là lungo i 43 capi di imputazione. Si trattò però di assoluzioni strettamente limitate all'ambito giuridico, perché indussero il Tribunale a esprimere su Scientology quello sprezzante giudizio che conosciamo già: "i sistemi spesso praticati in seno all'organizzazione, [...] non possono andare esenti da giudizi del tutto critici e negativi sotto un profilo morale ed etico: tuttavia non sempre quello che è moralmente illecito è anche penalmente rilevante.".

Il riconoscimento della natura religiosa
Se limitiamo la scelta alla drastica alternativa del "Vero / Falso", allora a questa frase va attribuita l'opzione "Vero". Tuttavia, è lontana dall'esprimere la situazione reale, un aspetto a cui sarà dedicato uno specifico post.

Le condanne
Sorpresa, questa voce manca dall'elenco di Maffia. Ed è una mancanza per la quale è difficile trovare una giustificazione che ne ammetta la buona fede: oltre alla gravità dei reati accertati, cosa che abbiamo già visto, anche l'aspetto quantitativo è rilevante, perché i responsabili accertati di reati penali (con sentenza definitiva [6]) non sono quattro sprovveduti relegati ai confini dell'impero scientologico. I conti sono presto fatti: in appello gli imputati erano 73 e, limitatamente al solo reato di abuso della professione medica (capo 43), sono stati ritenuti colpevoli con sentenza definitiva:
tutti gli imputati [...] con le sole eccezioni degli imputati P** e L** (appello, pag. 180)

E comunque anche quegli unici due imputati assolti per questo reato, non sono usciti immacolati dal processo: "C. Po." è stato condannato per maltrattamenti e abbandono di incapace ai danni di uno schizofrenico (capo 28), mentre "I. La Va." per truffa aggravata ai danni di un invalido affetto da scompensi psicotici (capo 1).

Per cui Maffia annuncia le "archiviazioni", sventola le "assoluzioni", ma tiene nascosto che 73 dei 75 rinviati a giudizio furono ritenuti colpevoli di reati penali, e molti di questi imputati lo furono per una pluralità di capi di imputazione. Come per esempio quel "G. Za.", leader storico di Scientology e responsabile del temuto OSA (Office of Special Affairs), che è stato ritenuto colpevole per il capo 32 (truffa aggravata), 33 (truffa), 36 (truffa aggravata), 37 (circonvenzione d'incapace), 38 (truffa aggravata) e 39 (truffa). Reati che non lo fanno apparire un bel soggetto da frequentare.

Parlando di "pochi reati individuali, del tutto estranei all’attività della Chiesa", Maffia dimostra di avere una concezione stravagante degli aggettivi pochi, estranei e soprattutto di individuali, come se si fosse trattato di un qualche "compagno che sbaglia". Di 73 imputati ritenuti colpevoli, 57 erano dirigenti e solo 16 comuni staff di basso livello oppure auditor. E non c'è la sola condanna per abuso della professione: i capi di imputazione con uno o più reati accertati sono una quantità ragguardevole, quei 33 che abbiamo visto nel primo post ().

Per il capo 2 di imputazione, quello consumato ai danni di una ragazza dalla "biografia in sé drammatica" esaminato nel primo capitolo, furono condannati in 9. Di questi nove, 4 erano i più alti dirigenti della chiesa bresciana, tutti condannati sia per truffa che per circonvenzione d'incapace.

Per il capo 39, furono ritenuti colpevoli del reato di truffa tutti i 21 (ventuno) imputati. Quell'allegra brigata era composta dai responsabili dei centri Narconon sparsi per il Paese, più tutti gli alti dirigenti delle due società costituite da Scientology per sovrintendere e coordinare i centri Narconon, la Futura srl e la Lega Nazionale per una Civiltà Libera dalla Droga. Di prim'ordine fu pure il numero delle vittime: i familiari di 54 ragazzi ospitati nei vari centri, a cui era stata data "garanzia" di un esito positivo del trattamento, e per di più "in tempi brevi" (appello, pag. 282). Oltre a queste false garanzie, sempre in quello stesso capo 39 furono accertate altre 4 (quattro) condotte fraudolente.

Non credo sia necessario continuare oltre, dato che "Dopo sei gradi di giudizio, il maxiprocesso si conclude" - nella realtà - con la constatazione che:
si può dedurre senza incertezze che gli aderenti all’organizzazione, per riuscire a vendere sempre più servizi, per di più sempre più costosi, ad un numero sempre maggiore di persone non esitavano non solo ad abusare dello stato di deficienza psichica delle persone che si accostavano alla loro organizzazione (come si era visto nel paragrafo precedente), ma altresì ad operare vere e proprie coercizioni, a porre cioè in atto condotte estorsive per vincere le resistenze dei malcapitati che, frequentata inizialmente la sede, cercavano poi di allontanarsene o comunque di non acquistare ulteriori costosissimi corsi. (Appello, pag. 99)
Qualcuno dirà: questa è la conclusione della Corte d'Appello, ma dopo vi fu il ricorso in Cassazione. Giusto, vediamo quindi nella sentenza del 1995 cosa ne pensò la suprema Corte:
Ritiene, infatti, la Corte che i giudici del secondo grado - nella loro pur pregevole sentenza frutto di un lodevole sforzo volto alla ricerca della verità - abbiamo reso una motivazione illogica proprio su tale delicato punto.
Il "delicato punto" riguardava la condanna di 33 imputati per il reato di associazione per delinquere, condanna che la Cassazione annullò con rinvio. Ma la condanna per questo capo d'imputazione fu l'unica a venire annullata, mentre i reati per tutti gli altri capi sono stati confermati in massima istanza. Per cui che siano stati commessi è una sentenza definitiva (7). Ed è a proposito di quel lungo elenco di crimini che si riferisce l'elogiativo giudizio di: "pregevole sentenza frutto di un lodevole sforzo", a dimostrazione che la Cassazione non solo ha confermato le decisioni della Corte d'Appello, ma l'ha giudicata meritevole di un esplicito apprezzamento. Documenti alla mano, questo è ciò che ha stabilito il maxiprocesso ed è esattamente il contrario di quanto scritto da Maffia.

Nel prossimo post vedremo i dati numerici del maxiprocesso raffrontati con le asserzioni di Maffia, e in più una sorpresa finale. Ora devo partecipare a una riunione dei Mercanti di caos: dobbiamo organizzare una strenua lotta contro Scientology volta alla reintroduzione del reato di plagio e al ridimensionamento della presenza amerikana col kappa in Italia.



Note:


1) Bollettino dell'Auditor Professionista n° 62.

2) Dopo l'esperienza in Scientology, questo pre-clear si era "messo a vivere per strada, venendo ricoverato due o tre volte all’anno al reparto di malattie mentali del policlinico; aveva come unica fonte di sostentamento la somma di L. 200.000 mensili datagli dal comune".

3) Le cinque asserzioni sono contenute in questa frase: "Eccetto l’accertamento di pochi reati individuali, del tutto estranei all’attività della Chiesa, Scientology esce dal maxiprocesso a passo di danza, con tutti i principali imputati assolti da ogni capo d’accusa e nientemeno che una sentenza definitiva che sancisce indiscutibilmente il carattere religioso del movimento".

4) Il motivo di questo massiccio sfoltimento già in sede istruttoria non fu un pronunciamento di innocenza ma la sopraggiunta estinzione del reato per prescrizione o per amnistia, o la non procedibilità per mancanza di querela.

5) "140 persone rinviate a giudizio, 72 imputati".

6) Benché per tutte le condanne sia poi stato applicato il provvedimento di amnistia del 1990, o dichiarata la sopraggiunta prescrizione a causa della durata del processo, gli imputati sono ugualmente stati riconosciuti colpevoli di reati che sono stati accertati.

7) Volendo essere precisi sono 34, perché a quei 33 andrebbe aggiunta quella condanna per un reato tributario attribuito a 8 alti dirigenti di Scientology, che non ho conteggiato considerando l'evasione fiscale un reato non significativo della vera natura di Scientology.

8) Le tre istanze successive (Appello 1996, Cassazione 1997, Appello 2000) verteranno esclusivamente sulla natura confessionale o meno di Scientology, da cui dipende l'esistenza o meno del reato di associazione per delinquere; una questione che vedremo in un apposito post.