venerdì 6 aprile 2012

Intervista a Maria P. Gardini cap. 10

Dopo l'uscita del libro "I miei anni in Scientology", qualcuno riconducibile a Scientology pubblicò del materiale riguardante la ex attività imprenditoriale di Maria Pia Gardini, più un documento sbalorditivo: la richiesta presentata da sua madre al tribunale per farla interdire.

La divulgazione di quei documenti aveva uno scopo evidente: richiamare l'attenzione sull'inattendibilità della Gardini. Allo stupore suscitato da quella documentazione, lei reagì (indignata) accusando la chiesa di infamità per il mancato rispetto della figlia prematuramente scomparsa.

Questa è un'accusa che la Gardini ha ripetuto molte volte:
"VI RICORDATE IL SITO PUCCJ ORG? Non si fermano nemmeno davanti ai morti,in quel caso mia madre e mia figlia." (FIRS),
"chi in pubblico ha insultato me e tirato in ballo mia figlia che è morta e vorrei riposasse in pace" (FIRS),
"In quanto al fatto di tornare in SCIENTOLOGY signor Verità lei sa qundo e come sono uscita e perchè...rispetti almeno i morti se la sua educazione lo permette" (Exscn)
"sarà il caso che non si permetta mai piu di denigrare il fatto che io appoggio la ricerca sull'AIDS di cui è MORTA mia figlia perchè i questo caso si che mi arrab ierei.Su FIRS quel tizio NON RISPETTA NEMMENO I MORTI.M.P" (Exscn)
Però la reazione di Maria Pia Gardini è fuori luogo.

In merito alla pubblicazione di documenti, è una reazione fuori luogo perché è lei che ha scelto di assumere un ruolo pubblico, pubblicando la sua storia personale (e quella di sua figlia), rilasciando interviste dove muove accuse molto pesanti, vantandosi di essere "io Maria Pia definita da scientology NEMICO PUBBLICO NUMERO 1 cosa di cui sono ben felice". [exscn]) Essendo un personaggio pubblico, è legittimo che le si risponda con documenti altrettanto pubblici che la riguardano.

In merito al "rispetto per i morti", la sua reazione è fuori luogo per due motivi: a) Maria Pia Gardini vede mancanze di rispetto alla figlia deceduta dove non ci sono, talvolta senza che la figlia venga neppure menzionata; b) ben prima di Scientology (o chi per lei) è la Gardini stessa che non si ferma "nemmeno" davanti alla morte della figlia e la "tira in ballo" - lei sì - usandola pretestuosamente e di continuo come alibi:
  • La tira in ballo per sostenere di essere stata costretta ad "abbracciare" Scientology perché altrimenti "sarei stata ripudiata e considerata una nemica di mia figlia";
  • La tira in ballo per sostenere di essere stata costretta ad "abbracciare" Scientology perché altrimenti la figlia "sarebbe stata cacciata" da Scientology;
  • La tira in ballo per sostenere di essere stata costretta ad entrata in Scientology "per seguire mia figlia, che era stata presa e portata in America";
  • La tira in ballo per sostenere di essere stata costretta ad entrare in Scientology al fine "di poterla tirare fuori".
La Gardini usava strumentalmente la figlia anche molto prima di attaccare Scientology. Già all'inizio della sua adesione al movimento, quando la madre la rimproverava di spendere troppo denaro con Scientology, rispondeva:
"«Ma devo star vicina a Federica», è la risposta che ripeto alla nausea a lei e a me stessa" (IMAIS)
Se doveva ripeterlo fino alla nausea anche a sé stessa, non ci credeva molto neppure lei.

Le versioni di Maria Pia Gardini cambiano con il tempo e secondo la convenienza, ma hanno in comune una costante: la figlia che viene sempre messa di mezzo. Della figlia la Gardini non si fa neppure scrupolo di mettere in piazza vicende delicate che richiederebbero un pietoso riserbo, come l'uso di eroina, la tossicodipendenza, l'AIDS, le amicizie sbagliate. "Federica si è presa l'AIDS" (FIRS), "era finita nella droga" (TV Svizzera), "avevo visto mia figlia fare uso di eroina" (IMAIS), "scelse purtroppo la strada della droga" (LNDS), "Mia figlia era tossicodipendente" (Mi Manda Rai3), "i brutti giri di mia figlia"(IMAIS), "Mia figlia aveva fatto uso di droghe ... si era presa l'AIDS" (Storie Vere), "mia figlia, che stava seguendo il programma Narconon per uscire dalla tossicodipendenza" (Repubblica), "finì in un brutto giro d’amici e iniziò a drogarsi" (IMAIS), "voleva liberarsi della scimmia" (IMAIS).

Questo continuo uso pretestuoso della figlia (che, essendo "morta e vorrei riposasse in pace"), oltre che una giustificazione per aver aderito a Scientology, è usato in modo strumentale per potersi presentare come madre premurosa che lotta eroicamente contro la setta malvagia. Infine, le vicissitudini che porteranno alla morte la figlia, vengono sfruttate dalla Gardini per presentarsi come una persona sveglia che non ha mai creduto a una dottrina che è "solo frutto di idee pazzesche rubate alla fantascienza".

In conclusione, la Gardini utilizza la tossicodipendenza e la morte della figlia per soddisfare un bisogno di rivalsa su un passato da dimenticare, per rivalutare sé stessa, per compensare le sue "insoddisfazioni". In una parola, Maria Pia Gardini la usa per vanità.

Ma al peggio dobbiamo ancora arrivare. La pubblicazione di quei documenti ha smascherato aspetti ancora più macroscopici di quanto fin qui visto.

In apertura di intervista alla TV svizzera, quando la Gardini spiega che la figlia aveva deciso di disintossicarsi, afferma: "veramente di droga non sapevo niente". Questa dichiarazione la si trova anche nel LNDS: "io non ho mai assunto droghe in vita mia".

La madre di Maria Pia Gardini non la pensa così. Nel 1980 presenta al Tribunale di Roma una istanza di interdizione della figlia Maria Pia - che all'epoca aveva 43 anni - in cui si parla di "abuso abituale di sostanze stupefacenti" e di una "ormai acquisita tossico-dipendenza", a causa della quale Maria Pia "non esita ad emettere ricette false, su falsi ricettari" per procurarsi le sostanze psicotrope. Alla richiesta di interdizione è allegata la relativa documentazione: certificati medici per quanto riguarda il "continuo ricorso all'uso degli stupefacenti"; la "sentenza del 2/5/79 di rinvio a giudizio del Tribunale di Grosseto" per l'emissione di false ricette.

Questa richiesta di interdizione non smaschera appena una bugia della Gardini. Smonta definitivamente l'intera struttura della sua testimonianza e la sua credibilità. Fornisce inoltre una possibile spiegazione all'incapacità della Gardini di percepire la contraddittorietà delle sue dichiarazioni, là dove si parla di "stato di disintegrazione psichica e forse anche mentale".

Sono svariati gli episodi citati a supporto di un'affermazione così drastica (fatta peraltro da una madre che rimane, per citare le sue stesse parole, "pur sempre madre dell'infelice Puccy", ossia Maria Pia).

Uno di questi episodi assume un aspetto grottesco: la madre di "Puccy" (verso la quale ora Maria Pia sfoggia un impeccabile amore figliale) racconta che Puccy "immotivatamente andò diffondendo la notizia che la ricorrente era deceduta, per cui questa dovette rispondere personalmente alle molte condoglianze, scritte e telefoniche, che pervennero".

L'argomento principe delle accuse della Gardini a Scientology, è che nel movimento lei è entrata ricca e ne è uscita povera. Si tratta - l'abbiamo visto - di un vittimismo infondato perché basato su falsità, ma questo nuovo documento tratteggia uno scenario inimmaginabile. La madre chiede l'interdizione della propria figlia, perché:
"da alcuni anni mostra un sempre più marcato e progressivo scadimento dei poteri inibitori e di controllo delle proprie azioni"
motivo per cui teme che Puccy:
"possa esporre ad irreparabile pregiudizio economico le proprietà di cui dispone così di fatto diseredando la figlia e sé stessa"
l'interdizione si "rende più pressante" perché la madre è:
"ormai avanti con l'età e non può sapere fino a quando le sarà consentito di poter riparare i guasti che la figlia Puccy va continuamente operando"
guasti che esporrebbero:
"a indigenza non solo l'inabilitanda ma anche la figlia Federica ora appena diciannovenne".
Un quadro giustificato oltre che da quanto appena riportato, anche da:
  • "un giro vorticoso di effetti cambiari emessi quale amministratore unico della PAL Cinematografica" che "proiettano tenebrose ombre di responsabilità a suo carico";
  • il ripetuto dover "far fronte al pagamento di obbligazioni allegramente e sconsideratamente lasciate insolute dalla propria figlia" (segue elenco delle obbligazioni);
  • dal fatto che la figlia "non esita ad emettere assegni a vuoto che la ricorrente, pur sempre madre dell'infelice "Puccy", ricopre con propri fondi" (segue elenco degli assegni);
  • un episodio particolarmente significativo: per l'acquisto dell'appartamento di Roma, Maria Pia si fa consegnare dalla madre una somma che in seguito si scoprirà essere molto superiore al prezzo concordato; nonostante questo, poco dopo la madre si vedrà costretta a pagare anche delle cambiali che Puccy aveva firmato per l'acquisto dell'immobile.

In merito all'ultimo punto, va notato che in IMAIS la Gardini dice che fu il padre ("che ha sempre voluto il meglio per me") a comprarle l'appartamento di Roma, negando così il sacrificio economico della madre, che pagò l'appartamento due volte: la prima volta alla figlia a cui consegnò il denaro, la seconda volta per riscattare le cambiali ed evitare il pignoramento dell'immobile. Al contempo, quando la Gardini eredita l'ingente patrimonio della madre, pare che voglia rinfacciarle che "il fisco mi impone il pagamento di altri 500 milioni di lire a titolo di tasse successorie che mia madre avrebbe dovuto dopo la morte di mio padre".

Se dissesto finanziario c'è stato, la responsabilità non è riconducibile a Scientology. La storia che la Gardini stessa racconta, dimostra che sarebbe stata capace di depauperare un ingente patrimonio anche se fosse entrata nell'Esercito della Salvezza. La madre l'ha salvata da sé stessa, ma ha potuto farlo solo finché è stata in vita.

Questa richiesta di interdizione getta una nuova luce anche sulla questione della "disconnessione", cioè il presunto ricatto operato da Scientology per costringerla ad aderire a gruppo. Questo documento conferma in modo definitivo ciò che la Gardini lascia trasparire in "I miei anni in Scientology", quando (smentendo come al solito le versioni precedenti) racconta che in Scientology:
Io, ci sono entrata per paura. E, ammetto, per debolezza e rimorso materno. È stato troppo forte in me il timore di perdere mia figlia. E angosciata dalla paura di non vederla più, ho provato a seguirla.
Quel giorno arrivò una telefonata di Federica che mi fece accapponare la pelle: era già stabile a Milano, ed era già clear. «Vieni a trovarmi a Roma?», le dissi. «Sì, mamma, ma c’è una cosa che voglio dirti: sono in Scientology e intendo restarci, faccio l’auditor di classe 5, tu, invece, stai male, bevi e vivi in un mondo senza morale. E in più non ti piace quello che faccio», così mi gelò e poi aggiunse: «Perciò, non posso più stare accanto a te». Un addio? Era il suo ultimatum, mi stava disconnettendo con la convinzione lucidissima di chi credeva ciecamente in ciò che faceva. Quel giorno capii che dovevo seguirla, a ogni costo. Anche all’inferno.
Il brano è toccante, descrive in modo palpitante l'angoscia di una madre che è cosciente di non essere "stata un'ottima madre" (Mi manda RAI 3) e si sente "in colpa". Una madre che presa dal "rimorso materno", di fronte a un ultimatum si scuote e prova a ricostruire il rapporto con la figlia. Dopo alcuni anni, grazie ad un interesse in comune (Scientology, ma poteva essere il Rotary Club o la viticultura), la Gardini potrà dire che "i rapporti con mia figlia sono migliorati tantissimo: ora parliamo finalmente la stessa lingua", e successivamente, quando la figlia scrive un biglietto elogiativo della sua competenza come auditor, potrà dire che quel riconoscimento fu "la meta finale di un lungo, impervio cammino che una mamma ha intrapreso per rivedere sua figlia e rivedersi come madre; per riconquistare Federica".

La testimonianza della madre di Maria Pia rende tutto più chiaro. Quando la figlia le dice "non posso più stare accanto a te", siamo di fronte all'espressione del disagio di una figlia, che vive una situazione spiacevole. È la manifestazione del rifiuto di una madre che "sbevazza", che costringe i famigliari a un perenne stato d'ansia per i debiti "sconsideratamente lasciati insoluti", per "i guasti che va continuamente operando". Una madre che ha procedimenti penali a carico, che fa "abuso abituale di sostanze stupefacenti", che vive "in un mondo senza morale". E che non vive neppure con lei, lasciando che sia la nonna a farsene carico, visto "che da tempo convive con la ricorrente".

Anche la Gardini in IMAIS conferma questa convivenza, raccontando che quando la nonna scoprì "che la nipote si drogava, cercava di nascondermelo pur di tenere Federica con sé". (Quello della nonna si rivelerà un timore infondato, visto che: "sapevo tutto, perché avevo visto mia figlia far uso d’eroina" e nulla cambierà.)

La pratica della disconnessione è una nefandezza riconosciuta persino da una parte dei seguaci di Hubbard, ma qui non abbiamo un caso di disconnessione. Qui abbiamo solo una figlia che prende una decisione che nessuno può biasimare, per motivi che nessuno può disapprovare.

Crea non poco disagio, per chi scrive, dover ripercorrere momenti tanto privati e dolorosi di una donna scomparsa in giovane età (e della tragedia di una madre che ha perso una figlia), ma è la Gardini che "non ha rispetto nemmeno della morte di sua figlia". È la Gardini che la mette in mezzo ogni momento, che "la tira continuamente in ballo" in modo pretestuoso per farsene scudo e per trarne un vantaggio personale che soddisfi il suo egocentrismo. Per apparire migliore degli altri. È lei che non la rispetta neppure da morta quando a Repubblica TV afferma che con lei i rapporti "erano buoni, erano ottimi, erano intensi e tutto quanto", mentre lei stessa ammette che per "rivedersi come madre" è stato necessario percorrere "un lungo impervio, cammino".

Nel LNDS definisce i rapporti con la figlia un "idillio"; poi arriva Scientology con i suo ricatti a rompere l'incantesimo. Scrivendo "I miei anni in Scientology", anche Laggia ricalca questa tesi. Descrive la Gardini come una madre premurosa e sempre presente che, prima di incontrare Scientology, "nonostante gli obblighi lavorativi, cercava di non staccarsi da lei neanche un momento" e definisce "ottimo" il loro rapporto. Eppure Laggia sa che le cose stavano diversamente visto che la Gardini afferma, proprio nel libro scritto da lui, che "mi sentivo in colpa; mia figlia aveva iniziato a drogarsi, e io la trascuravo ... È stato questo bilancio in rosso della mia vita che mi ha portato a convincermi che dovevo fare qualcosa per poterle stare più vicino."

"Quante bugie raccontano e con quali sotterfugi!" (LNDS) grida indignata la Gardini senza alcuna ironia.

L'elenco delle invenzioni che rendono Maria Pia Gardini poco credibile anche quando racconta una favola, è già molto lungo, ma non è ancora finito. Sia in IMAIS che nel LNDS la Gardini sostiene che la figlia viveva con lei ("vivevo a Roma insieme a Federica" [LNDS], ecc.), ma dalla richiesta di interdizione abbiamo visto che la nipote "da tempo convive con la ricorrente", ossia la nonna. Convivenza che la Gardini stessa conferma, contraddicendo come al solito la sua stessa versione. La Gardini riscrive la sua storia perché nessuna ombra possa gravare sul suo curriculum di vittima.

E ancora. Ripercorrendo la decisione di entrare in Sea Org, nel LNDS la Gardini dichiara "E così feci la pazzia: vendetti la casa di produzione cinematografica e la società di pubblicità e mi trasferii negli Stati Uniti". Se le pazzie della Gardini fossero state tutte così, adesso non staremmo qui a sorbirci i suoi 9 anni nella setta. Maria Pia Gardini fa i primi corsi di Scientology nel 1985, e quando alcuni mesi dopo decide di trasferirsi negli Stati Uniti, non deve fare alcuna pazzia: la casa di produzione Pal Cinematografica s.r.l. era stata dichiarata fallita nel dicembre del 1984 e la società pubblicitaria Publifilm s.r.l. alcuni mesi prima, in settembre.

Sempre a Repubblica TV Maria Pia Gardini dichiara che: "Scientology dice che la casa cinematografica è fallita. È vero che la PAL cinematografica è fallita, l'ha fatta fallire quello che l'aveva comprata da me", l'ennesima penosa bugia (sbugiardata dai fatti) che contraddice una sua dichiarazione precedente.

(continua)