sabato 22 novembre 2014

Assotutor: chi era costui? cap. 3

(cap. precedente)


Avvertenza del 30/11/2014: dopo la pubblicazione di questo post, le pagine Web qui citate sono state modificate o perfino soppresse dal sito Internet di Assotutor, per cui i link ora puntano alle stesse pagine che erano state preventivamente salvate.

La trasparenza

Conclusa l'analisi dell'apologetico articolo di Camillo Maffia, possiamo riprendere il discorso che avevamo interrotto sull'associazione antisette Assotutor.

In questo capitolo ci occuperemo della trasparenza finanziaria. Ancor prima che un obbligo normativo, per una Onlus qual è Assotutor la trasparenza è un dovere morale. Non esiste Onlus che non pubblichi sul proprio sito il bilancio economico. Sia che si tratti di organizzazioni celebri e strutturate quali Emergency, Save the children, Libera, Telefono azzurro, Medici senza frontiere ecc., sia che si tratti di piccole realtà locali come - tanto per citare i primi risultati di una ricerca con Google - Mais onlus, Una strada onlus, Koinè cooperativa sociale onlus, Associazione Vita Onlus, Famiglie nuove onlus, Virtus onlus. Tutte pubblicano il proprio bilancio (a cui puntano i link precedenti). D'altronde, dovendo vivere di donazioni, il non mostrare al pubblico come quei soldi vengono spesi sarebbe indice di qualcosa di poco lecito.

Poiché ne stiamo parlando, si sarà già intuito che l'"esperto di fitness" e sedicente esperto di psicosette, dott. Dino Potenza, così come altri suoi colleghi antisette, è un esperto anche di opacità; ma procediamo con ordine.

A prima vista, l'impressione che su questo aspetto si ricava dal sito di Assotutor è positiva: nel menù di destra c'è la rassicurante voce "Bilancio trasparente". Se però apriamo quella pagina, la buona impressione si trasforma in cattiva opinione, perché dopo qualche burocratica e insignificante dichiarazione di principio, leggiamo la frase
L'Associazione Tutor si impegna - nel rispetto della legge - a rendere noti i risultati finanziari e le attività realizzate con i fondi
ma l'impegno è immediatamente disatteso perché la pagina a quel punto è conclusa.

Serve una buona dose di sfrontatezza per dichiarare che ci si impegna a "rendere noto" il bilancio, per lasciare poi la pagina vuota.

Una fioca speranza nasce quando, poco sotto, si scorge un piccolo link con su scritto "scarica". Ma è una speranza che si rivela effimera, perché non è il link al bilancio (per rispettare l'impegno), bensì allo statuto (per beffare l'utente).

La trasparenza è un dovere che non riguarda solo l'aspetto finanziario, ma anche i componenti dell'organizzazione, perché permette di sapere con chi si ha a che fare. Prendiamo per esempio il caso del CSV (Centro Servizi Volontariato), una Onlus che incontreremo tra poco. Il sito indica nome e cognome dei 6 dirigenti, dei 3 revisori, dei 9 componenti il Consiglio Direttivo e quello dei 27 fondatori.

L'organigramma e lo statuto di Assotutor contemplano una pletora interminabile di incarichi, il che fa apparire Assotutor un'organizzazione imponente, con sedi sparse in varie regioni, oltre alla Sede Nazionale (a Potenza) e a quella Operativa (a Milano). Ma in barba alla trasparenza, di questa folla di dirigenti venivano indicati appena tre nominativi in tutto: presidente, vicepresidente e segretario generale.

Ho scritto "venivano", al passato, perché la pagina che li indicava è stata modificata, e nella nuova versione sono spariti pure quei tre miseri nominativi. E se consideriamo che insieme a quei tre nomi vanno conteggiate molte altre sparizioni (che stiamo per esaminare), la conclusione è che siamo di fronte a uno sterminio. Un'ecatombe che merita una rievocazione che ne onori la memoria.


Via col vento

Iniziamo dalla pagina "Dove siamo" del 2007. Qui troviamo per prima cosa una dichiarazione di intenti che appare avventatamente pretenziosa, "L'associazione Tutor si articola sul territorio nazionale in più sedi". Questa inopportuna dichiarazione è seguita da una palese smargiassata, "Se nella regione sono presenti più sedi locali ...", a sua volta seguita da una precisazione che scade nel ridicolo: "Le sedi operative locali - comunali, provinciali e regionali ..." Quando si dice il senso della misura.

La realtà è - ed era - molto diversa. Iniziamo dalle cinque "Sedi Regionali" elencate nella pagina del 2007. Di queste cinque, due (Abruzzo e Calabria) erano solo annunciate in quanto "in fase di costruzione", quindi di fatto inesistenti. Passa il tempo, più precisamente passano gli anni e queste due sedi permangono inspiegabilmente "in fase di costruzione", neanche fossero la Salerno-Reggio Calabria. Si arriva così al 2011 quando tutte queste sedi regionali, in costruzione o meno che siano, aperte al pubblico o "riservate" come quella di Milano, tutte quante insieme semplicemente svaniscono. All'improvviso. Proprio come il "Centro d'ascolto" e le progettande "altre attività di prevenzione" viste in precedenza. Senza una spiegazione o un ringraziamento a chi le ha gestite. È come se non fossero mai esistite, svanite nel web come lacrime nella pioggia.

Volendo concedere ad Assotutor un briciolo di credibilità, verrebbe da chiedersi che fine ha fatto quella moltitudine di "vittime del plagio" che venivano "Sostenute Difese e Tutelate" da tutte quelle sedi con cui Assotutor "si articola sul territorio nazionale", ma è confortante sapere che si tratta di una moltitudine immaginaria e che nessuno è rimasto da solo in balia di torbide psicosette.

Il destino più malinconico è quello toccato alle sedi che dalla "fase di costruzione", sono passate direttamente alla stato di estinzione. Considerando che la stessa sorte è toccata ai progetti annunciati e mai realizzati visti nel capitolo precedente, al "Centro d'ascolto" che era l'unica attività realmente posta in essere (stando almeno alle dichiarazioni di D. Potenza) e alle velleitarie "Sedi Regionali costituite (a parole)", diviene evidente quale giudizio dare a "Tutor Antiplagio" e agli annunci del suo baldanzoso presidente, il dott. Dino Potenza, "esperto di fitness", autonominato esperto di psicosette e giornalista sconosciuto all'Ordine dei Giornalisti.

L'elenco delle vittime dell'ecatombe non è ancora terminato, perché c'è un altro caduto ancora: il "Corso di formazione per operatori dello sportello ascolto". In un comunicato di Assotutor incomprensibilmente pubblicato solo dal CeSAP e non da Assotutor, si legge che "E’ iniziato il primo livello di formazione per i Tutor Antiplagio, a cui sono iscritti 24 corsisti. La seconda fase consisterà ...". Anche quel corso è prematuramente scomparso dato che il secondo livello non vedrà mai la luce. O almeno, in Internet non ce n'è traccia. Va inoltre precisato che quei 24 "operatori dello sportello di ascolto" di Assotutor in realtà non erano operatori di Assotutor in addestramento, ma generici partecipanti a un corso a iscrizione gratuita che rilasciava un attestato di frequenza, organizzato dal CSV Basilicata. Lo precisa nel comunicato lo stesso dr. Potenza: "Per diventare soci attivi, gli ammessi al corso dovranno iscriversi all'associazione".

Quanto alle ipotizzate sedi "provinciali" (delle oltre 100 province italiane), e a quelle "comunali" (degli oltre 8.000 comuni), queste sedi non sono mai uscite dal mondo delle vanterie inverosimili, dove le lasceremo riposare in pace insieme alla misteriosa "Sede Operativa" di Milano, fingendo che non se ne sia mai parlato. Anzi, dato che a questo punto l'immagine del Presidente Fondatore appare così malconcia, provo a darne una giustificazione. Essendo allievo e seguace della dr.ssa Lorita Tinelli, il dott. Potenza deve aver creduto alla fola del "centinaio di richieste di aiuto al giorno". Per cui l'ambizione di articolare Assotutor su tutto il territorio nazionale, costituendo sedi comunali i cui rappresentanti "hanno l’obbligo di coordinarsi con il rappresentante provinciale. I rappresentanti provinciali hanno l’obbligo di coordinarsi con il rappresentante regionale. Il rappresentante regionale ha l’obbligo di coordinarsi con il Presidente nazionale", rimane certamente la vanteria di chi le spara grosse, tuttavia è comprensibile che chi crede alla parossistica propaganda antisette, si aspetti di trovare un numero rilevante di "vittime del plagio" in cerca di sostegno.

Se in questa folla di utenti il fondatore di Assotutor avesse pure fiutato l'affare non saprei dire, il fatto certo è che dell'imponente struttura che aveva immaginato di erigere, rimangono solamente un insignificante sito web (dotato di un anacronistico numero di fax) e l'avviso che può capitare di non ricevere neppure risposta. La scomparsa di questa folla di "plagiati dalle psicosette" deve essere stata per il dott. Dino Potenza una delusione cocente. Che tristezza, il futuro non è più quello di una volta.

Ma lasciamo il Presidente para-giornalista alle sue amarezze, e ritorniamo alla pagina "Dove siamo" del 2007, che ha in serbo altri aspetti interessanti.

Se tralasciamo l'irragionevole Sede Operativa segreta di Milano (se è segreta perché elencarla sul sito?), l'impatto visivo di quella pagina è indubbiamente buono: un'associazione che ha una sede nazionale e 5 sedi in varie regioni, fa pensare a un'organizzazione che ha potuto espandersi avendo fornito un servizio soddisfacente a una grande quantità di utenti. Ma se guardiamo più attentamente queste 5 sedi regionali, vedremo che le cose non stavano così.

Già sappiamo che, di queste 5 filiali, due erano "in fase di costruzione" e quindi inesistenti. Delle altre 3 una, quella lucana, era in realtà la Sede Nazionale che veniva elencata anche fra quelle regionali, per motivi facilmente intuibili.

Da 5 che erano, di sedi regionali ne rimangono appena due: Lazio e Marche. Ora, se apriamo la pagina Organizzazione (sempre del 2007), troviamo che i componenti l'associazione a venire nominati oltre al Dr. Potenza sono appena due: il vicepresidente Sandro Calice, di Roma dove, guarda caso, ha sede la filiale laziale, e il segretario generale Maria Luisa Di Leo, di Ascoli Piceno dove, guarda caso, ha sede quella marchigiana.

La trasparenza imporrebbe di indicare quali qualifiche hanno il sig. Calice e la sig.ra Di Leo, ma a questo punto non serve neanche più, perché la situazione appare evidente: Assotutor è - anzi era - un'organizzazione costituita - almeno formalmente - dal fondatore e da due sconosciuti: tre persone in tutto. Non si può neppure dire che fossero 4 gatti. E che fossero appena in tre, è sempre la pagina Organizzazione del 2007 a confermarlo:

Consiglio Direttivo

Il Consiglio Direttivo di Tutor è composto da cinque membri.

PRESIDENTE
 Dino Potenza
(Potenza)

VICEPRESIDENTE
 Sandro Calice
(Roma)

SEGRETARIO GENERALE
Maria Luisa Di Leo
(Ascoli Piceno)

CONSIGLIERI

-  -  - 


Per statuto i membri del consiglio direttivo devono essere 5, ma i nominativi sono appena 3. La voce "Consiglieri", che dovrebbe quindi riportare almeno due nomi, è mestamente vuota.

Infine, l'aspetto più sconsolante: ognuno di questi 3 individui È una sede regionale, e tutti e 3 insieme costituiscono la Sede Nazionale, che poi è sempre quella regionale della Basilicata. Però qualcuno non lo ritiene abbastanza, e così a questi 3 individui-sedi regionali vengono aggiunte anche due sedi immaginarie in fase di costruzione, più quella esoterica di Milano con l'indirizzo segreto. Si dice che chi ne ha poca la spalma, ma qui si è voluto strafare. Le spacconate vanno bene al bar per fare due risate con gli amici, ma se si vuole che vengano prese seriamente vanno dette a chi non ha la possibilità di fare le eventuali verifiche. E sicuramente non su Internet, dove praticamente tutto resta a futura memoria e il passato - con le sue dichiarazioni imbarazzanti - non si cancella.

Cosa abbia causato quello che in senso figurato ho definito un'ecatombe è facile da intuire. Infatti nel nuovo organigramma spariscono le ipotizzate sedi comunali e provinciali. Sparisce la sede operativa di Milano, segreta ma pubblicizzata sul sito, così come spariscono i nomi del presidente, del vicepresidente e del segretario generale, insieme alle rispettive sedi regionali costituite e spariscono quelle in costruzione. E sparisce pure l'elenco dei componenti l'ufficio "Stampa e comunicazione". Questo ufficio costituiva una divertente bizzarra: vengono taciuti i nomi di 2 (su cinque) componenti il "Consiglio Direttivo", vengono taciuti i nomi del Tesoriere e di un'infinità di altri dirigenti, tra cui spicca l'omissione dei componenti il Comitato Scientifico (composto di "almeno 3 persone"), e a fronte di tutte queste incredibili mancanze vengono invece citati gli addetti alla "comunicazione" che hanno esclusivamente incarichi di web design, ossia sono coloro che hanno costruito il sito Internet (in cinque?). Gente che, una volta terminato il lavoro, forse non ricorda neanche più l'esistenza di Assotutor. È difficile non pensare che questi 5 nominativi siano stati messi per fare mucchio insieme a quei 3 che non riuscivano nemmeno a completare il Consiglio direttivo.

Non c'è molto da commentare, se non che anche la trasparenza, così come la lontananza, è come il vento: spettina.

Ora sul sito di Assotutor non c'è più neanche un nome, e il motivo non può essere che uno: non c'è più nessuno. Probabilmente è rimasto solo un disilluso "esperto di fitness" che, svanite le moltitudini da "Sostenere Difendere e Tutelare", per l'amarezza del sogno infranto non ha più voglia nemmeno di rispondere a qualche occasionale "breve messaggio". L'autunno del patriarca.

Nel prossimo capitolo, la certificazione che Assotutor è davvero un gruppo antisette.


(continua)