sabato 8 marzo 2014

Le gravi minacce alla Presidente Nazionale - cap. 2


(prosegue dal capitolo precedente)

Le "azioni spropositate" subite non dalla Tinelli ma dagli akeoniani, non si fermano alle lettere intimidatorie. Quella che segue è la testimonianza di una donna che frequentando Arkeon, ha ritrovato la fede e ha scelto di rinnovare le promesse battesimali. Si sta celebrando la funzione religiosa quando:
Purtroppo intorno a me è scoppiato un uragano proprio quella mattina. Doveva esserci mia figlia *** e il suo fidanzato ***. I genitori di *** [il fidanzato - ndr] hanno impedito al figlio e a mia figlia di partecipare alla Messa. Tutto è stato commentato dal verbale dei Carabinieri e della Polizia, che sono intervenuti in quanto i genitori hanno aggredito il proprio figlio con botte e morsi e il padre ha sfoggiato anche una pistola gridando a tal punto da far intervenire le forze dell’ordine chiamate sul posto.

Però i problemi per questa signora e la sua famiglia non erano iniziati qui. Sul finire del 2006, prima della gazzarra rusticana in chiesa, le erano state tagliate le gomme dell'auto, e il vandalismo si ripeterà di nuovo a inizio 2007, quando seguiranno numerose telefonate intimidatorie. Ma imperturbabile Lorita Tinelli continua a cercare commiserazione, presentando lei stessa come la triste vittima perseguitata da una temibile psicosetta, che la tormenta con minacce di cui non c'è traccia.

A questo punto lasciamo da parte sia le spedizioni punitive inventate, sia gli atti di vandalismo reali, entrambi inqualificabili, per registrare una curiosità: un prezioso commento cesellato dalla docente di un corso per cucitrici (da dicembre 2001 a gennaio 2002) dr.ssa Lorita Tinelli. In uno degli innumerevoli fax inviati al magistrato dell'inchiesta Arkeon, la Tinelli descrive le preoccupazioni della madre di una presunta vittima, e così conclude:
Inoltre ha scritto una lettera alla Redazione della trasmissione “ A Sua Immagine“all’attenzione di *** per informarlo della situazione disperata in cui [...]
Nessuna risposta.

Quel biasimo rivolto dalla Tinelli a chi non ha risposto alla lettera di una madre affranta, è un commento senza alcun interesse per il magistrato inquirente, ma rilevante per valutare l'autorevolezza di una "esperta a livello nazionale". Se leggiamo infatti la lettera in questione, che la Tinelli riporta per esteso nel fax, si potrà notare che è firmata "Una mamma come tante."


Esatto, si tratta di una lettera anonima. Cosa doveva fare il destinatario, inviare delle risposte a caso? Qualcuno dovrebbe spiegare alla dr.ssa Lorita Tinelli, che nel suo curriculum si vanta di essere abbonata a una rivista di psicologia, perché non è possibile rispondere a una lettera anonima, ma è un compito che supera le mie capacità, per cui mi astengo.

Minacce, intimidazioni, molestie, azioni spropositate, spedizioni punitive... La Tinelli ha ripetuto come un disco rotto quel suo lamentoso gne gne gne, uggioso quanto una poesia di Sandro Bondi:
"Per quanto mi riguarda ho dovuto fare delle sostanziali modifiche nella mia vita per evitare, quanto possibile, gli effetti devastanti di qualche squilibrato esaltato" (L. Tinelli)
Un allarme falso che talvolta include anche imprecisati testimoni del processo Arkeon:
"Altri [testimoni dell'accusa - ndr] ancora hanno ricevuto minacce." (L. Tinelli)

"alcuni testimoni e vittime di Arkeon sono stati derisi e denigrati negli spazi virtuali appositamente creati e sono state condotte “indagini”, da parte del medesimo gruppo di militanti, anche nei confronti di alcuni collaboratori del CeSAP, nonché di prossimi testimoni al processo. Dai documenti processuali emerge che alcuni adepti di Arkeon avevano preparato persino un dossier sulla sottoscritta, poi sparito miracolosamente dal pc dell’autore." (L. Tinelli)
Davanti a questo repertorio di affermazioni improbabili, dovrei rilevarne il carattere eristico, se solo sapessi cosa significa, perché la dr.ssa Lorita Tinelli ricorre all'uso di affermazioni prive di validità oggettiva al fine di persuade la controparte (giornalisti e lettori), confidando sul fatto che nessuno verificherà le sue dichiarazioni [1].

Prendiamo in esame queste proposizioni apodittiche, cominciando dall'ultima.

- "Dai documenti processuali emerge che alcuni adepti di Arkeon avevano preparato persino un dossier sulla sottoscritta, poi sparito miracolosamente dal pc dell’autore". Nella realtà "dai documenti processuali" non "emerge" un bel niente, dato che nei documenti processuali questo dossier non esiste. Per l'ennesima volta, possiamo annoverare la dichiarazione della Tinelli come creazione della sua immaginazione. Una creazione che - per l'ennesima volta - è illogica: poiché il "pc dell’autore" era stato sequestrato dalla DIGOS, si dovrebbe ipotizzare che per prima cosa gli inquirenti rinvengono nel computer questo dossier (altrimenti non emergerebbe dai documenti processuali), e successivamente al rinvenimento l'autore (o chi per lui) entra in Procura, accende il computer sequestrato e cancella il file. Ma a questo punto siamo in un film di "007".

Questa dichiarazione ripropone una considerazione già incontrata varie volte: la Presidente del CeSAP ("Nazionale") pare non rendersi conto che le sue dichiarazioni offendono la sua reputazione molto più di quanto ledano la sua credibilità. Sono affermazioni che appaiono proprie dell'infanzia, quando i bambini si calano per gioco nel ruolo di mamma e papà, o di cowboy e indiani.

- "sono state condotte “indagini” , da parte del medesimo gruppo di militanti, anche nei confronti di alcuni collaboratori del CeSAP, nonché di prossimi testimoni al processo". Non sappiamo se per condurre queste indagini le veniva intercettato il citofono, comunque sono investigazioni illegali che presumibilmente dovrebbero far parte del dossier che la psicologa clinica e di comunità ritiene "sparito miracolosamente" dall'isola che non c'è. Ma potrebbe anche trattarsi di altre indagini, il regno della fantasia consente qualsiasi invenzione. Va inoltre evidenziato che la trama smascherata dalla dr.ssa Tinelli è completa: lei sa persino chi erano gli autori di quelle indagini illegali (il "medesimo gruppo di militanti"); un sintomo preoccupante.

- "alcuni testimoni e vittime di Arkeon sono stati derisi e denigrati negli spazi virtuali appositamente creati". Questa è una tipica dichiarazione della Tinelli: deridere e diffamare le vittime di gravi abusi ("induzione al suicidio", "sconvolgimenti emotivi", "abusi di natura sessuale" con il coinvolgimento di minori, ecc.) sarebbe un comportamento spregevole, ma soprattutto sarebbe inutile provare a cercare queste aggressioni verbali (ma se qualcuno vuole tentare, prenda la prima stella a destra, e poi dritto fino al mattino).

- "Altri [testimoni dell'accusa - ndr] ancora hanno ricevuto minacce". Stessa cosa del "dossier sulla sottoscritta" testimoniato dai "documenti processuali", di cui nei documenti processuali non c'è traccia.

Infine l'affermazione più grave, che è del dicembre 2010:
"Per quanto mi riguarda ho dovuto fare delle sostanziali modifiche nella mia vita per evitare, quanto possibile, gli effetti devastanti di qualche squilibrato esaltato" (qui).
Ora vedremo perché si tratta di una "elaborazione intenzionale e dimostrativa di eventi molto poco probabili e facilmente confutabili."

Quali siano queste modifiche nella sua vita, lo si apprende quando la Tinelli spiega che la "campagna persecutoria" che lei denuncia, sottopone "ad un continuo stato di stress e paura" lei stessa, gli altri soci del CeSAP e i collaboratori. Un livello tale di paura e stress, che "l’assemblea del CeSAP" ha dovuto deliberare "la modifica della sede dell'associazione CeSAP da Noci (BA) a Lecce". Questo trasferimento, continua la Tinelli, si è reso necessario nonostante gli "evidenti e gravi danni" all'attività associativa e "soprattutto agli utenti ed ai loro famigliari", costretti a percorrere tanti chilometri (123 e non 150 come scrive la Tinelli) per potersi "avvalere dell'aiuto psicologico fornito dal CeSAP".

È un quadro della situazione quasi drammatico, ma sarà vero? No. La dr.ssa Lorita Tinelli ha dichiarato il falso all'Autorità Giudiziaria: non è vero che il CeSAP ha spostato la "sede dell'associazione" a Lecce, costringendo a gravi disagi utenti e il resto della truppa.

Nella realtà ad essere trasferita è stata unicamente la sede legale, mentre quella operativa (ossia la sede effettiva) è rimasta dov'era. Il tutto certificato dal sito web del CeSAP, che dopo la delibera dell'aprile 2011 indica:
Sede Legale CeSAP . . . . . . . Lecce
Sede Operativa . . . . . . . . . . . Noci

E sempre il sito del CeSAP indica - congiuntamente all'indirizzo della sede legale - l'attuale indirizzo della sede operativa:



L'ubicazione della sede legale è una mera formalità. Normalmente è una semplice buca delle lettere, a cui non deve corrispondere alcuno spazio fisico reale dove svolgere l'attività. Per cui spostare la sede legale è un adempimento meramente burocratico che non ha alcun riflesso sull'effettiva attività di un'organizzazione, tant'è che quella del CeSAP è stata spostata presso lo studio dell'avv. Tania Rizzo, dove "la Dott.ssa Tinelli e gli altri soci e collaboratori" di certo non possono svolgere alcuna "attività associativa" e men che meno ricevere la straordinaria quantità di utenti che - secondo la Tinelli - contattano il CeSAP con "una media di un centinaio di richieste di aiuto al giorno" (una quantità ridicola, come se il CeSAP fosse un mercato di quartiere; se consideriamo le comuni otto ore di lavoro giornaliere, fanno una richiesta di aiuto ogni 4 minuti). E infatti l'attività del CeSAP continua a venire svolta nella sede "effettiva" usuale, ossia la "sede operativa", che è rimasta dov'era.

C'è infine da rilevare che dopo due anni di questo affollato quanto immaginario andirivieni di "utenti e loro famigliari (anch'essi costretti a percorrere tanti chilometri per potersi avvalere delle attività di sostegno ed aiuto psicologico fornite dal CeSAP)" presso lo studio della dr.ssa T. Rizzo, in quello stesso ufficio nessuno sa cosa sia il CeSAP:


Il destinatario è "sconosciuto".

È facile immaginare cosa si sia sentito rispondere il postino che voleva consegnare una raccomandata al CeSAP: "A chiiii?"

Questa improvvida dichiarazione che la dr.ssa Lorita Tinelli ha rilasciato all'Autorità Giudiziaria, aveva il chiaro scopo di rafforzare le sue gravi accuse rivolte ad Arkeon, ma se la Tinelli si fosse davvero sentita "sgomenta e impaurita" per l'eventuale azione "di qualche squilibrato esaltato", a venire trasferito sarebbe stato il luogo dove effettivamente si svolge l'attività, non certo l'ininfluente sede legale di cui non frega niente a nessuno.

E infatti la Tinelli dimostra di essere così poco "sgomenta e impaurita" per le minacce da lei denunciate (solo ai media), che del luogo dove il CeSAP riceve l'utenza (se ne esiste), ne pubblicizza l'ubicazione sia sul sito web, sia tramite l'insegna posta a fianco del portone di ingresso, accanto all'insegna del suo studio privato, come mostra una foto del 2012; praticamente un anno dopo il finto trasferimento:


Persino l'ipotetica "Biblioteca del CeSAP", i cui "volumi sono consultabili" dalle 10:30 alle 12:30 "previa prenotazione telefonica o telematica" presso la "sede" di Noci [2], è un'opportunità per divulgare l'indirizzo del CeSAP:


Ma oltre che "non corrispondente al vero", ancora una volta la dichiarazione della dr.ssa Lorita Tinelli è irragionevole. Vediamo alcuni motivi di questa irragionevolezza (in ordine sparso).

1) Dato che i minacciosi "adepti" di Arkeon sarebbero diecimila sparsi "in ogni parte d’Italia", non c'è alcuna ragione che renda la splendida ma caotica Lecce più sicura della piccola Noci, dove peraltro è più facile notare la presenza di un estraneo "squilibrato esaltato".

2) Se motivi di sicurezza inducono gli associati a cambiare il luogo di incontro, è chiaramente insensato sbandierare ai quattro venti il nuovo indirizzo che dovrebbe invece rimanere riservato.

3) Il supporto di "aiuto psicologico" non richiede un campo da calcio, basta una stanzetta con un paio di sedie, per cui non è credibile che da Noci un "utente" e il relativo consulente CeSAP si incontrino nella lontana Lecce quando possono farlo tranquillamente nella cucinotto di casa. Neppure gli amanti clandestini si allontanano tanto.

4) La Tinelli si vanta di ricevere una "media di un centinaio di richieste di aiuto al giorno". Se il trasferimento a Lecce avesse davvero costretto questi fantomatici utenti, più i "loro famigliari a percorrere tanti chilometri per potersi avvalere delle attività di sostegno ed aiuto psicologico fornite dal CeSAP", significa che prima del trasferimento non era necessario "percorrere tanti chilometri". Se ne desume che questa folla di vittime di abusi è tutta residente a Noci (19.400 abitanti) e dintorni. Ma siamo certi che alla "sgomenta e impaurita" Lorita Tinelli anche questo aspetto deve apparire perfettamente logico.

5) Stando al suo "approfondito dossier", le "vittime" di Arkeon che l'hanno contattata risiedono a: Pescara (1), Milano (5), Messina (2), Genova (2), Bari (2), Roma (1), Firenze (1), Padova (3), Como (1). Tutti "utenti" che, se davvero avessero necessitato di "avvalersi dell'aiuto psicologico fornito dal CeSAP", si sarebbero rivolti a uno dei consulenti CeSAP che costituiscono la "rete di professionisti" che la Tinelli dichiara siano presenti "su tutto il territorio nazionale" [3].

6) In alternativa a questa fantomatica "rete di professionisti", gli ipotetici utenti del CeSAP - che opera "su tutto il territorio nazionale dal 1999" (ed è una "associazione di volontariato seria") - avrebbero comunque trovato più agevole raggiungere Lecce, dotata di collegamento aereo, ferroviario e autostradale, che non la piacevole ma sperduta Noci.

7) Per ironia della sorte, tra i "professionisti" del CeSAP che si occupano "della tutela concreta (legale, psicologica, medica, pedagogica) delle vittime di abusi" e che sono presenti su tutto il "territorio nazionale", uno è proprio di Lecce, ed è proprio uno psicologo: si tratta del vicepresidente del CeSAP dott. L. Corvaglia, il che per "la Dott.ssa Tinelli e gli altri soci e collaboratori" renderebbe insensato il lungo trasferimento da Noci a Lecce, al fine di dare "sostegno e aiuto psicologico" alle ipotetiche vittime.

I disagi causati del trasferimento a Lecce "agli utenti ed ai loro famigliari" così come "alla Dott.ssa Tinelli e gli altri soci e collaboratori", sono l'ennesima desolante illogicità della "Presidente Nazionale" che "ha presieduto ad una Udienza alla Camera dei Deputati".

Il sito web e le dichiarazioni della stessa Tinelli dimostrano che la "sede dell'associazione" è rimasta dov'era, e che ad essere trasferita è stata solo la cassetta delle lettere. Anzi, neppure quella vista la raccomandata ritornata con la motivazione "destinatario sconosciuto". Il trasferimento precauzionale non è che una misura fittizia, un’ennesima invenzione, che aveva il fine di accusare degli innocenti di reati che non sono mai stati commessi, e mostrare quanto lei sarebbe una povera vittima bisognosa di compassione. Nella realtà la "sede dell'associazione CeSAP", è rimasta al suo posto a Noci. Stessa cosa per l’ubicazione del suo "Studio di psicologia clinica e di comunità", che è ben visibile sul suo sito, ed è lo stesso di quello della "sede dell'associazione CeSAP", di cui viene specificato perfino che si trova al "Primo Piano":



"Non amo la menzogna e non sono capace di affermare cose non vere." (Lorita Tinelli)


Postfazione

Da un punto di vista logico, questo secondo capitolo avrebbe potuto concludersi qui, ma aggiungo questa postilla per evitare preventivamente la reazione pavloviana della minus habens che si spaccia per una sostenitrice della Tinelli, la quale con i termini offensivi caratteristici di un ego pieno al comando di un cervello vuoto, mi scriverebbe per farmi notare che sul sito del CeSAP compare un box, dove è scritto che la sede legale è a Vernole (e non a Lecce):


Anziché dilungarmi a spiegare perché le cose non stanno così, per brevità mi limito a riportare l'immagine di una seconda raccomandata, questa volta inviata all’indirizzo di via Lecce, 71 73028 Vernole (LE):


Stesso risultato della raccomandata che era stata inviata allo studio dell'avv. T. Rizzo; anche questa è ritornata al mittente.

(continua)

Note:

1) Benché il CeSAP sia una minuscola associazione che in pratica vede attiva la sola Tinelli, a un anno dalla fondazione vantava "soci corrispondenti con l'estero nelle varie lingue", i quali assicurano il "collegamento con i Paesi Comunitari ed Extracomunitati" (Labyris, n° 3/4, 2000):

2) A volte viene indicato l'indirizzo di via P. Umberto 16, altre volte via San Domenico 69, ma si tratta della stessa ubicazione.

3) Dal sito del CeSAP: "Sin dal primo momento della sua nascita il CeSAP ha dato vita ad una rete di professionisti su tutto il territorio nazionale che non solo si sono occupati di ricerca e di divulgazione, ma anche della tutela concreta (legale, psicologica, medica, pedagogica) delle vittime di abusi."